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Caltanissetta, cercavano di far arrivare in carcere telefoni e droga con un drone. Arrestati in due

Pubblicato il 18 Settembre 2024

Nell’ambito del dispositivo di monitoraggio e controllo economico predisposto per il contrasto ai traffici illeciti sull’asse viario Catania-Caltanissetta, i finanzieri dei GICO di Caltanissetta e Catania, nei giorni scorsi hanno individuato e, successivamente, arrestato due soggetti di nazionalità italiana che, nei pressi della Casa Circondariale di Caltanissetta, tentavano di utilizzare un drone per “recapitare” all’interno della struttura carceraria un involucro contenente sostanze stupefacenti e numerosi telefoni cellulari.

L’analisi di rischio operata congiuntamente dalle Fiamme Gialle di Catania e Caltanissetta evidenziava talune incongruenze nelle modalità di trasferimento seguite dai due soggetti per arrivare nella città di Caltanissetta. Il successivo controllo effettuato nelle immediate vicinanze dell’Istituto penitenziario di Caltanissetta consentiva di rinvenire uno zaino appositamente confezionato per essere trasportato da drone contenente 10 telefoni cellulari di piccolissime dimensioni, cc.dd. micro cellulari, ulteriori 2 smartphone, nonché 12 schede SIM e gli accessori necessari per la ricarica degli stessi oltre a 100 grammi di marijuana e oltre 150 grammi di hashish. Sono stati inoltre sequestrati i 4 smartphone nella disponibilità dei due arrestati.

La perquisizione dell’auto

Le ulteriori attività di perquisizione nell’autovettura detenuta da uno dei due arrestati, consentivano di rinvenire all’interno della stessa una valigetta contenente un drone professionale, nonché 5000 euro in contanti occultati sotto lo sterzo dell’auto, che, dai successivi approfondimenti effettuati, risultavano costituire il compenso per il pilota del drone da impiegare nell’attività di introduzione dello zaino nell’area del carcere.

Gli arresti

I soggetti arrestati, per i quali vale comunque la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, su disposizione dell’A.G. procedente sono stati tradotti in carcere.

Il Giudice per le Indagini Preliminari, tenuto conto delle circostanze di tempo e soprattutto di luogo in cui è stato commesso il fatto, ha convalidato l’arresto di entrambi i soggetti disponendo, la misura cautelare della custodia in carcere per uno e la detenzione domiciliare con presidio elettronico all’altro, fatta salva la presunzione di innocenza.