Pubblicato il 9 Settembre 2024
Sul web è possibile trovare davvero di tutto e quindi, pur trattandosi di una storia surreale e a tratti piuttosto inquietante, non sorprende neanche più di tanto la vicenda di Kelly Cunningham, 27enne “mamma” di 7 bambole reborn che tratta come se fossero bambine in carne e ossa e che addirittura allatta.
Le bambole reborn sono bambole “rinate”, cioè bambolotti realizzati con le stesse fattezze di un neonato con grande cura dei particolari. A differenza di quanto si possa pensare queste bambole non sono state create per i bambini, ma per gli adulti che le trattano come fossero dei figli in carne e rossa.
La storia di Kelly
Kelly Cunningham è una creator che, nel bene o nel male, ha conquistato fama e visibilità sui social per essere la mamma di 7 bambole reborn, trattandole a tutti gli effetti come fossero suoi figli. In un’intervista al The Sun ha raccontato questa sua passione, una mania secondo alcuni, spiegando che la scintilla è scoccata dopo aver visto un video online dove una donna teneva in braccio una bambola che sembrava assolutamente reale.
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Lei, appassionata cosplayer, ha voluto dunque “adottare” una bambola reborn per vestirla da principessa Zelda, un personaggio a lei molto caro. La prima “figlia” di Kelly è stata Jennifer, alla quale ha dato altri 6 fratellini. Il padre della ragazza, intervistato anche lui dal The Sun, ha rivelato che la passione della figlia semplicemente riflette il suo desiderio di maternità, che al momento non può essere appagato non avendo un compagno.
Kelly ogni giorno vede recapitarsi centinaia di messaggi, tra critiche e commenti, da parte di utenti che la rimproverano per trattare le bambole come fossero bambini reali. Lei ha replicato sapendo bene che si tratta di pupazzi inanimati, ma preferisce pensare che siano reali anche perché come ha detto: “Non faccio del male a nessuno”.
L’allattamento e le spese
L’attaccamento alle bambole è diventato talmente morboso, che lei addirittura ha allattato in pubblico quelle più piccole, rendendosi conto di quanto sia difficile per una donna allattare in pubblico, dal momento che il seno femminile che sta nutrendo il figlio viene sempre sessualizzato.
In ogni caso la comunità di bambole reborn di cui fa parte ha bocciato la pratica di allattarle al seno, così Kelly ha dovuto preparare dei biberon di latte artificiale. Su Tiktok la donna ha spiegato che non si tratta di vero latte in polvere, ma di un mix di farina e acqua che somiglia comunque al latte.
Una scelta dettata anche da esigenze economiche, in quanto i costi delle bambole sono a tratti proibitivi. La più grande, Molly, è costata 3.700 euro, per non parlare della spesa complessiva di vestiti e pannolini che finora ha superato i 4.600 euro.
I benefici delle bambole reborn
Benché la storia di Kelly e delle sue bambole reborn sia piuttosto inquietante, secondo un servizio della BBC realizzato in Polonia queste bambole possono essere anche terapeutiche.
Barbara Smolinska, artista polacca che realizza bambole reborn su commissione, ha spiegato che le persone le chiedono per i più svariati motivi. A volte si tratta di collezionisti, altre volte di ospedali che ne hanno bisogno per i corsi di ostetricia. Altre volte ancora queste bambole vengono richieste da donne che soffrono di ansia e depressione, che hanno perso un bambino o che hanno subito un aborto spontaneo. Sono diversi i terapisti che suggeriscono alle donne, che hanno vissuto questi traumi, l’uso di bambole rinate.
Le bambole aiutano anche a riempire il vuoto generato dall’infertilità e, durante uno studio, sono state usate come strumento terapeutico su 35 pazienti degenti in strutture a lungo termine offrendo benefici importanti come la riduzione dell’ansia, la riduzione dell’aggressività, la riduzione dell’agitazione, un conforto emotivo e maggiore serenità.