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13enne trascorre 10 ore al giorno al cellulare, il padre gli stacca Internet: denunciato per maltrattamenti

Pubblicato il 28 Gennaio 2025

Dalla Puglia arriva una storia allarmante che denuncia l’ormai totale dipendenza di bambini e adolescenti dai cellulari. Protagonista di questa storia è una ragazzina che trascorreva fino a 10 ore al giorno sul cellulare, tra social e chat. Nacque così un’aspra lite tra lei e i genitori, che la accusavano di passare troppo tempo col cellulare in mano e di trascurare la scuola, come dimostravano i cattivi voti. Il padre decise così di staccarle Internet, un vero trauma per la ragazzina che chiamò il numero di emergenza 1-1-4 denunciandolo per presunti maltrattamenti aggravati. Adesso entrambi i genitori sono stati rinviati a giudizio.

La punizione del padre: niente più Internet

La vicenda ha avuto luogo nel gennaio del 2024 in un paese in provincia di Barletta-Andria-Trani e le indagini sono state affidate alla Procura di Trani. Gli esperti che hanno seguito il caso hanno riscontrato una dipendenza maniacale dal cellulare, che la stessa ragazzina ha confermato durante l’incidente probatorio. Questo suo attaccamento morboso al cellulare le avrebbe provocato problematiche a scuola, nelle relazioni sociali e con i genitori.

Dopo che il padre decise di staccare Internet, la ragazzina chiamò l’1-1-4 sostenendo di essere stata vittima di violenze fisiche e verbali. Sul posto arrivarono i carabinieri, ai quali l’adolescente mostrò dei lividi sulle braccia, anche se c’era il sospetto che se li fosse procurati da sola per poi accusare il padre e vendicarsi di lui.

Nel ricovero in ospedale gli esperti riscontrarono effettivamente problematiche emotive nella ragazzina, e richiesero una perizia specialistica per approfondire le sue condizioni. L’adolescente durante l’incidente probatorio ritrattò alcune delle sue dichiarazioni, confermando però che il padre l’avrebbe picchiata più volte poiché lei gli avrebbe manifestato la sua intenzione di andare via di casa.

La psicologa ha confermato che la giovane è in grado di testimoniare, pur avendo una tendenza piuttosto spiccata a mentire, cosa che è stata confermata anche da alcuni dei suoi insegnanti. Intanto è stato avviato anche un procedimento parallelo dal Tribunale dei minorenni, che ha portato all’affidamento della ragazza ai servizi sociali del suo paese.

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