Pubblicato il 22 Marzo 2022
“Si calcolano intorno a 15mila uomini le perdite russe in Ucraina. Sono numeri abbastanza alti. Putin ha usato truppe che arrivavano da lontano, giovani e poco motivate, mentre gli ucraini combattono per casa propria”. Sono le parole del capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, in audizione alle commissioni Difesa di Camera e Senato.
Cavo Dragone: “Non bisogna dare per scontata la democrazia, come valore”
Secondo l’ammiraglio, l’aggressione dei russi in Ucraina “ci dice che la pace, la stabilità, la democrazia e gli stili di vita sono valori che non possiamo dare per scontati nemmeno nel nostro Continente. Dobbiamo attrezzarci per difenderli, lottare e combattere“. L’ammiraglio afferma che la Russia utilizza “il suo peso strategico con estrema aggressività”. E ancora, parlando della sicurezza: “è una sfida che si è complicata con attacchi ibridi e campagne dis-informative, con i domini cyber e spaziale che hanno esacerbato la minaccia“.
Le vite russe perdute
Le vite perdute dai russi sarebbero pari a circa 15mila uomini, 498 carri armati, 1.535 mezzi corazzati, 240 sistemi d’artiglieria, 80 lanciarazzi multipli, 45 sistemi di difesa antiaerea. Le forze russe avrebbero perso anche 97 aerei, 121 elicotteri, 969 autoveicoli, 3 unità navali, 60 cisterne di carburante e 24 droni. Il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, fonte di tali dati, specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, peraltro si tratta di cifre che non è possibile verificare in modo indipendente.
Ecco come si prepara l’esercito del Bel Paese
Giuseppe Cavo Dragone ha aggiunto, parlando dell’esercito italiano: “Ci sono 1.335 unità in elevato stato di prontezza”. Si parla di 500 incursori, 77 veicoli terrestri, due navi e 5 aerei. L’ammiraglio ha reso noto che in ambito Nato l’Italia ha recentemente fatto crescere la presenza numerica di Eurofighter in Romania. La presenza di militari sul fianco est della Nato è aumentata. C’è un totale 8 velivoli, che si aggiunge ai 250 alpini (di cui 139 in Lettonia) e alle tre unità navali per la sorveglianza dell’area Sud dell’Alleanza atlantica.