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29enne morta dopo intervento bariatrico per dimagrire: imputazione coatta per uno dei medici

Pubblicato il 19 Marzo 2025

Ci sono nuovi sviluppi nel caso di Anna Giuliano, la giovane di 29 anni deceduta presso l’ospedale Humanitas di Rozzano (Milano) due settimane dopo essersi sottoposta a un intervento di chirurgia bariatrica per la perdita di peso. Il giudice delle indagini preliminari di Milano, Alberto Carboni, ha disposto l’imputazione coatta per uno dei medici indagati con l’accusa di omicidio colposo. La posizione del secondo medico, che si era limitato a firmare la lettera di dimissioni, è stata invece archiviata.

I giorni successivi all’intervento: febbre e dimissioni

Dall’indagine è emerso che la 29enne era stata dimessa in buone condizioni il 10 marzo 2023, due giorni dopo l’operazione. Tuttavia, nei giorni successivi, mentre si trovava in convalescenza a Oleggio (Novara), ha iniziato a manifestare forti dolori addominali e febbre. Durante il follow-up del 16 marzo, Anna aveva riferito all’ospedale una temperatura di 38 gradi.

Il 18 marzo, il medico curante le aveva consigliato via e-mail di assumere tachipirina. Tuttavia, il giorno seguente, le sue condizioni sono precipitate, portandola al decesso dopo due giorni di ricovero in terapia intensiva.

Secondo l’ordinanza del giudice, la conoscenza dello stato febbrile di Anna da parte del chirurgo già il 16 marzo avrebbe potuto cambiare l’esito della vicenda. Viene contestato al medico un comportamento non solo contrario alle linee guida sanitarie, ma anche potenzialmente determinante nel decesso della giovane.

La richiesta di rinvio a giudizio dovrà essere formalizzata entro 10 giorni dalla pm Valentina Mondovì e riguarderà il medico che aveva operato la ragazza l’8 marzo 2023.

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