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Fa 865 km da Salerno a Cuneo per 5 anni da precaria, poi va a firmare l’indeterminato in scooter

Pubblicato il 14 Settembre 2023

Per ben 5 anni Stefania Moscariello, 52enne di Pagani in provincia di Salerno, si è fatta almeno due volte a settimana la bellezza di 865 km per raggiungere una scuola di Cuneo dove lavorava come precaria.

E così, quando il 1° settembre è stata convocata per firmare finalmente un contratto a tempo indeterminato, ha deciso di festeggiare coprendo la distanza di 865 km con il suo motorino, un’Honda SH 300 grigio.

Una scelta dettata dal fatto che, per ben 5 anni, Stefania ha preso tutti i tipi di mezzi: dagli aerei ai treni fino ai bus. Uno stress che le ha provocato addirittura una paresi facciale e così la 52enne ha voluto provare l’ebbrezza di fare un viaggio in libertà, “on the road”, sulle due ruote per firmare il contratto con uno stipendio fisso e ha voluto raccontare la sua incredibile esperienza a Il Corriere del Mezzogiorno.

“A 18 anni titolare di un negozio”

Stefania ha iniziato a fare sacrifici da 18 anni, quando ha iniziato a gestire da sola l’attività di famiglia: “Io ho sempre lavorato, fin dopo il diploma di ragioneria: aiutavo mio padre nel negozio di intimo che avevamo a Pagani. Dopo che lui è andato in pensione, per diciotto anni, l’ho gestito da sola”.

Una vita dura, con ritmi di lavoro troppo stressanti, così dopo molti anni Stefania ha deciso di lanciarsi nel mondo della scuola: “Ma quella di una commerciante è una vita davvero dura: non si stacca mai, si deve essere sempre sul pezzo. E questa situazione ha cominciato a pesarmi ancora di più quando sono nate le mie due figlie, Mabel e Nadia. Così, nel 2015, decisi di cambiare vita. Chiusi l’attività. E mi buttai nel mondo della scuola come impiegata nelle segreterie”.

Ogni settimana in viaggio da Salerno e Cuneo: “5 anni di sacrifici”

La 52enne ha spiegato che ha iniziato a lavorare in alcune scuole a Pagani, ma la paga era davvero misera: “Proprio così: per fare punteggio e scalare le graduatorie, ho cominciato a lavorare nelle scuole paritarie vicino Pagani. Ma con una paga davvero misera. In pratica, solo in prospettiva di entrare nella scuola pubblica e, una volta lì, cercare di stabilizzarmi”.

Ha fatto domanda anche al Nord Italia e così nel 2018 è iniziato il suo lungo peregrinare: “La prima chiamata mi è arrivata nel 2018 da Mondovì. Si trattava di un incarico di 30 ore per 40 giorni. Ebbi il coraggio di accettarlo lasciando dall’oggi al domani le mie figlie che all’epoca avevano 13 e 14 anni. Ricordo che, allo stesso tempo, ero felice ma anche tanto addolorata. Fatto sta che da lì a poco ebbi una seconda chiamata: sempre in provincia di Cuneo, a Cervasca questa volta. Sei ore, solo il sabato. Così è iniziato il mio andirivieni tra la Campania e il Piemonte”.

850 chilometri da percorrere, all’andata e al ritorno, per due volte a settimana e così Stefania è diventata una vera esperta dei viaggi low cost: “In cinque anni, ho utilizzato tutti i mezzi possibili: dall’aereo, ma con scalo a Bergamo per utilizzare maggiormente le compagnie low cost, all’alta velocità, fino ai pullman che coprono le grandi distanze. Studiavo attentamente tutti i costi. Così, di solito, per prendere servizio il sabato mattina, partivo ventiquattro ore prima.

E capitava che arrivassi anche alle 4 di notte a Torino. Da sola. Con il freddo. Ad attendere l’ultima corriera che mi portasse nel paesino dove c’era la mia scuola. Ogni volta un travaglio. Tanto che, quando arrivavo in ufficio, i colleghi e i professori mi facevano delle vere e proprie feste”.

La firma del contratto a tempo indeterminato

Dopo 5 anni di sacrifici finalmente è arrivato il giusto premio per la 52enne, che ha commentato entusiasta: “È stata una svolta che ho voluto festeggiare a modo mio. Questa volta, anziché pianificare il viaggio più economico con i mezzi pubblici, ho pianificato, senza dirlo a nessuno, il viaggio col motorino”.

Per festeggiare questo importante traguardo Stefania ha voluto essere totalmente libera e indipendente, così ha deciso di partire per firmare il contratto a bordo dello scooter di famiglia. “Mio marito e le mie figlie – ha raccontato – credevano che partissi come al solito, con il treno. Invece, avevo tutto pronto per il mio viaggio in scooter: messa a punto fatta. Casco. Guanti. Giubbino. La valigia, questa volta, anziché in un bagagliaio o in una stiva, sistemata sulla pedana del motorino”.

Un viaggio dove non sono mancati gli imprevisti, che non hanno minimamente fermato la donna: “Sono partita il 30 agosto, di mattina presto, senza farmi vedere da nessuno, sotto un temporale estivo. Usufruendo dell’autostrada solo laddove era indispensabile e non senza imprevisti, già a Napoli si era rotta la coppa dell’olio, alle 19:30 ero a Viareggio, dove ho sostato in un bed & breakfast. Il giorno dopo, ho coperto l’ultima tappa fino a Savigliano, dove, presso l’Istituto comprensivo Santorre di Santarosa, alle 7:30 del primo settembre, ho firmato il contratto a tempo indeterminato e preso servizio”.

La famiglia non ha saputo nulla del suo viaggio fino a quando non l’ha vista tornare a casa. Infine la donna ha spiegato come ha “nascosto” lo scooter: “Nel frattempo, avevo detto che il motorino non lo vedevano più sotto casa perché se l’era venuto a prendere un nostro amico meccanico per la revisione. In realtà, mentre tornavo sulla sua sella, mi sono fermata anche a Giannella Orbetello, in Toscana, di fronte l’isola d’Elba, a fare un bagno”.