Pubblicato il 16 Giugno 2020
Possiede il ritmo di un thriller e, insieme, un approccio introspettivo adatto per raccontare le sofferenze provocate dagli abusi di potere. È in uscita il romanzo di Pier Bruno Cosso, Solo danni collaterali, pubblicato dalla Marlin, la casa editrice di Tommaso e Sante Avagliano (collana Il Portico, € 14,90 con promo sconto del 20% #EstateConUnLibroMarlin fino al 5 luglio 2020 solo sul sito www.marlineditore.it). Ispirato a una storia vera, il quarto libro dello scrittore sardo racconta di un onesto medico di famiglia vittima del delirio d’onnipotenza di un magistrato che lo trascina in un inferno giudiziario. Il tema non ha mai smesso di interrogare le coscienze dato che, ad esempio 37 anni fa, il 17 giugno 1983, veniva arrestato ingiustamente Enzo Tortora e solo nel 1986, e definitivamente nel 1987, un anno prima di morire, gli sarebbe stato restituito l’onore perduto. «Io vi dico che sono innocente, lo grido da tre anni. Spero, dal profondo del cuore, che lo siate anche voi», è il suo celebre grido rivolto ai giudici, richiamato nell’esergo del libro.
Ma torniamo al romanzo Solo danni collaterali. Di fronte ci sono due mondi che si scontrano: un magistrato e la sua vittima occasionale. Ma il prezzo altissimo dell’ingiustizia lo paga solo il perseguitato incolpevole. La vicenda, ambientata in Sardegna nel periodo attuale, inizia col protagonista che viene buttato giù dal letto all’alba di un sabato mattina e subisce una lunga perquisizione, senza spiegazioni e senza rispetto. Privato della libertà, del lavoro, dello stipendio, e infine degli affetti familiari, il medico, aiutato da un’amica giornalista, si lancia in un’indagine serrata per comprendere l’origine delle accuse infondate che lo opprimono.
Più che una critica serrata alle strutture giudiziarie, la vicenda narrata vuol lanciare un grido d’allarme verso un sistema senza contrappesi adeguati e che a volte favorisce gli abusi di potere. Spiega l’autore: «Il vero protagonista, che mi onora della sua amicizia, un giorno mi telefonò, dicendomi che come scrittore avrei dovuto raccontare la sua storia, incredibile e avventurosa come un romanzo. Mi ha sorpreso e preoccupato: ho percepito la sua necessità di parlare e quella sua profonda amarezza, anche se era già tutto risolto. La sua testimonianza mi ha trasmesso quella sensazione profonda che lascia un segno, che ti fa precipitare alla tastiera come un’urgenza, come se fosse una chiamata. Ovvio che poi, anche per non renderlo riconoscibile, ho attinto dalla fantasia per ingarbugliare vicende umane, le passioni e i tradimenti. Alla fine ne è scaturita una storia con una voce sola, dove neppure io riesco più a separare la fantasia dalla realtà. E forse non ha neppure senso distinguere».
L’autore
Pier Bruno Cosso è nato a Sassari nel 1956 e la Sardegna è l’unico posto dove immagina di poter vivere. Scrive da sempre e finora ha pubblicato tre libri: Il giorno della tartaruga (2013) e Dannato Cuore (2015), entrambi Parallelo45, e Fotogrammi slegati (2018), Il Seme Bianco (Gruppo Elliot–Castelvecchi). Ha partecipato a tre antologie e i suoi racconti sono stati premiati o segnalati in diversi concorsi nazionali. Collabora con le riviste “Cultura al Femminile”, “Oubliette Magazine” e “Tottus in pari – emigrati e residenti”.