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Accadde oggi: Salvador Allende vincitore delle presidenziali in Cile

Accadde oggi: Salvador Allende vincitore delle presidenziali in Cile

Pubblicato il 4 Settembre 2020

Accadde oggi. Il 4 settembre 1970 Salvador Allende vinse le presidenziali in Cile. Medico e uomo politico, questi si dichiarò esplicitamente socialista. Ottenne il potere con il 36% dei suffragi: la coalizione che lo aveva sostenuto comprendeva i partiti d’orientamento marxista, i cattolici di sinistra e i radicali. Salvador Allende chiarì subito di voler essere il presidente di tutti i cileni. Ecco quanto disse un mese dopo al giornalista Joseph Novitski, durante un’intervista al New York Times: “Noi partiamo da diverse posizioni ideologiche. Per voi essere un comunista o un socialista significa essere totalitario, per me no… Al contrario, io credo che il socialismo liberi l’uomo.” (durata del mandato: 3 novembre 1970-11 settembre 1973)

Accadde oggi: Compañero Presidente (la politica sociale di Salvador Allende)

Mezzo litro di latte al giorno fu garantito a ogni bambino e neonato cileno. L’alfabetizzazione fu incentivata. Fu attuato l’aumento programmatico dei salari. Furono estesi i diritti di tutela e rappresentanza sindacali anche alle categorie dei lavoratori stagionali e part-time. Il salario minimo fu garantito ai lavoratori di ogni categoria e fascia d’età. Il pane fu venduto a prezzo fisso e il prezzo degli affitti fu ridotto. I cittadini più indigenti ottennero la distribuzione gratuita di cibo e le pensioni minime aumentarono. Furono formate assemblee operaie atte a eleggere nei ranghi dei consigli d’amministrazione d’ogni singola azienda, per circa la metà dei suoi componenti, rappresentanti dei lavoratori.
Si puntò sui lavori pubblici: la metropolitana di Santiago (fu inaugurata nel 1975, ma il suo piano originale è del 1944; i lavori iniziarono nel 1968), le case popolari, il miglioramento dei servizi igienico-sanitari.

Accadde oggi: un medico mette mano alle strutture sanitarie

L’amministrazione Allende s’impegnò, inoltre, nella costruzione di ospedali e strutture sanitarie nelle zone più povere del Paese, incoraggiando i giovani neolaureati in medicina a esercitarvi la professione, e istituendo consigli d’amministrazione popolari, da affiancare legalmente a quelli regolari, composti da personale medico e ufficiali governativi, al fine di democratizzare le gestione dell’infrastruttura medica nazionale. Furono inviati nelle regioni meridionali del Cile di 55.000 volontari, allo scopo di fornire istruzione e cure mediche di base alla fascia più povera della popolazione.

Accadde oggi: ridistribuire la ricchezza

La spesa sociale crebbe fortemente e fu bilanciata da un grande sforzo per ridistribuire la ricchezza a vantaggio dei cileni più poveri.
Gli effetti delle politiche di redistribuzione sono testimoniate dall’aumento della quota del reddito salariale dal 51,6% (media annuale tra il 1965 e 1970) al 65% e dall’aumento del 12,9% dei consumi delle famiglie e dall’incremento della spesa media personale, pari al 4,8% nel periodo 1965-1970 e che raggiunse l’11,9% nel 1971.

1973: il colpo di stato

Il generale Pinochet, alla guida dell’esercito, prese il potere con un colpo di Stato l’11 settembre 1973, cingendo d’assedio il Palazzo Presidenziale, attaccandolo via terra e bombardandolo con dei caccia Hawker Hunter di fabbricazione britannica. Questa azione era segretamente appoggiata dalla Cia e dall’amministrazione del Presidente degli Stati Uniti d’America Richard Nixon. Allende morì nel corso dell’attacco. (foto scattata durante un discorso, Wikipedia)

Gruppo degli amici personali: Luis Sepúlveda

“Ai miei compagni ed alle mie compagne che caddero ma poi si rialzarono, curarono ferite e difesero risate salvando l’allegria e riprendendo la strada” (L’ombra di quel che eravamo, romanzo). Sono parole di Luis Sepúlveda, morto a causa del Coronavirus mentre era in Portogallo: in passato, era entrato a far parte del Partito Socialista e della guardia personale del presidente cileno Salvador Allende, il Grupo de Amigos Personales (Gap). A seguito del colpo di Stato militare di Pinochet, Luis Sepúlveda, che si trovava nel palazzo presidenziale (dove morì Allende), venne arrestato e torturato: i suoi libri sono immortali. “Sono l’ombra di quel che eravamo, ma finché c’è luce esisteremo“, mormorò prima di chiudere la porta.