Lo scorso 8 maggio 2024 il 37enne Hassine Hamis, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, alla stazione di Lambrate iniziò a lanciare pietre con i treni e i passanti. Tra gli agenti che intervennero c’era anche Christian Di Martino, accoltellato gravemente dall’uomo di origini marocchine con tre fendenti alla schiena, al torace e all’addome con una lama di 20 centimetri, nonostante l’uso del taser.
Il 37enne, irregolare in Italia, è stato giudicato colpevole di tentato omicidio con il rito abbreviato e condannato a 12 anni e 2 mesi di reclusione dal gup Silvia Perrucci, mentre il pm aveva chiesto 13 anni e 4 mesi. Inoltre ne è stata ordinata l’espulsione e la giudice ha disposto una provvisionale da 5.000 euro e un risarcimento da 150.000 euro.
Soldi che però Di Martino non vedrà mai poiché, come ha spiegato l’avvocato di parte civile Massimo Del Confetto, l’imputato è di fatto nullatenente. L’agente si è risvegliato dopo diversi giorni di coma e ha passato le pene dell’inferno, come le diverse operazioni, le 70 trasfusioni e i 5 arresti cardiaci.
L’avvocato ha spiegato a MilanoToday che in questi casi agli agenti non vengono toccati i giorni di malattia, così come viene pagato regolarmente lo stipendio. Tuttavia non è prevista per i poliziotti una polizza integrativa, come invece succede per alcune aziende private, né alcuna tutela assicurativa per coprire incidenti del genere che sono tutt’altro che imprevisti per chi svolge questo lavoro.
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