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Achille Lauro

Achille Lauro cuore d’oro: trascorre il suo compleanno in modo speciale al fianco dei più deboli | VIDEO

Pubblicato il 12 Luglio 2022

Achille Lauro, per i suoi atteggiamenti ultratrasgressivi e per il corpo ipertatuato che gli conferisce un aspetto apparentemente aggressivo, è considerato un po’ il “bad boy” della musica italiana. Spesso è al centro delle polemiche e durante Sanremo suscitò l’ira del vescovo mons. Antonio Suetta per la rievocazione del battesimo durante la sua esibizione canora.

In fondo però Achille Lauro ha un cuore d’oro, come dimostra la decisione adottata in occasione del suo 32esimo compleanno, che ha trascorso insieme ai bambini ricoverati nel reparto di pediatria dell’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma.

Achille Lauro canta e porta doni ai bimbi malati

Il cantante veronese, considerato il simbolo delle nuove generazioni, ha fatto visita ai 20 bimbi malati del San Camillo-Forlanini, ognuno dei quali intento a combattere la sua difficile battaglia, regalando gioie e sorrisi a tutti.

Achille Lauro ha inoltre regalato ai bambini dolci, caramelle e lecca-lecca giganti, ma anche tante risate e momenti di spensieratezza. Il cantante ha poi spento le candeline sulla torta preparata a sorpresa dal personale sanitario, ha cantato alcune delle sue canzoni più celebri in reparto e ha firmato autografi per bambini e infermieri.

Al fianco del cantante c’era anche il Cavalier Mattia Villardita che, nei panni dell’Uomo Ragno, ha allietato i bambini con acrobazie da vero super eroe.

Le parole emozionate di Narciso Mostarda

Narciso Mostarda, direttore generale del San Camillo-Forlanini, ha raccontato così un momento di emozione che ha regalato un po’ di gioia a bambini malati: “Quest’iniziativa testimonia l’impatto del binomio tra scienza e artisti che, assieme, sanno trasmettere poderosi messaggi di speranza.

Oggi un artista popolare e intelligente come Achille Lauro ha illuminato i volti dei bimbi ricoverati, con una capacità di incidere positivamente sulle loro vite non inferiore a quella della medicina. Oggi abbiamo dimostrato quanto sia importante non lasciare i pazienti soli nella loro malattia”.