Pubblicato il 12 Aprile 2025
Nonostante la donna avesse già denunciato il suo comportamento ossessivo, l’uomo ha continuato a tormentarla con messaggi offensivi e a seguirla con appostamenti sempre più frequenti. La Polizia di Stato ha arrestato un 43enne di Acireale, accusato di atti persecutori nei confronti di una donna residente ad Acireale, sposata e con figli. La presunzione di innocenza dell’indagato rimane in vigore fino a una condanna definitiva.
A rispondere alla richiesta d’aiuto della vittima sono stati gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Acireale, che, grazie a un’attività investigativa approfondita, sono riusciti a raccogliere gravi indizi contro l’uomo. Le prove raccolte hanno portato all’arresto in flagranza dell’indagato, avvenuto nei pressi della casa della donna.
Ancora una volta, nonostante i ripetuti rifiuti della donna, il 43enne si è presentato sotto la sua abitazione, citofonando per chiederle di incontrarlo. Questa volta, però, ad attenderlo c’erano gli agenti della squadra volante del Commissariato di Acireale, che, dopo la denuncia della vittima, avevano organizzato un dispositivo di sorveglianza dinamica nella zona circostante la sua casa.
In questo modo, la Polizia ha messo fine al suo incubo, che sarebbe cominciato con i comportamenti molesti del 43enne acese, al punto tale da indurla a cambiare le proprie abitudini di vita e a raccontare tutto ai poliziotti, denunciando il persistente atteggiamento persecutorio dell’uomo. Ciononostante, lo stalker avrebbe continuato a rivolgerle frasi oscene e ad inviare immagini esplicitamente sessuali, fino ad affiggere messaggi con foto allusive e scritte farneticanti nei pressi della sua abitazione, alimentando un clima di paura e di disagio anche per la famiglia della vittima.
L’ultimo tentativo di avvicinare la donna, però, è fallito grazie all’intervento tempestivo dei poliziotti che, dopo averlo sorpreso a citofonare nell’abitazione della donna, sono intervenuti per arrestarlo.
Dopo gli adempimenti di rito, il 43enne è stato condotto in carcere per rimanere ristretto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.