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Acque contese e trivellazioni, venti di guerra nel Mediterraneo tra Grecia e Turchia

Pubblicato il 26 Agosto 2020

Sale la tensione nel Mediterraneo proprio quando si è appena conclusa una esercitazione militare congiunta della Nato nei pressi di Creta. Tra Grecia e Turchia, alleati della Nato ma rivali storici, salgono i toni. «La Turchia si prenderà “ciò che le spetta” in Egeo, Mar Nero e Mediterraneo», in modo sprezzante Erdogan ha improvvisamente avvertito la Grecia. «Eviti errori che la porterebbero sulla strada della rovina. Se la Grecia vuole pagare un prezzo, che vengano ad affrontarci. Se non ne hanno il coraggio, si tolgano di mezzo».

Le navi da guerra di entrambi i paesi hanno già dato prova di forza nella regione contesa del Mediterraneo orientale, nei giorni scorsi, per alcune trivellazioni avviate per le riserve di gas e petrolio. Una questione che rischia di avvelenare i rapporti già precari tra i due Paesi. 

Mentre gli alleati della Nato sono impegnati a ricucire i rapporti e a far riprendere il dialogo. La Germania, in particolare, ha cercato di riaprire un canale diplomatico. «Deve assolutamente riprendere il dialogo tra Grecia e Turchia. Invece di nuove provocazioni, servono comportamenti diversi e azioni diplomatiche forti per riportare serenità in tutta la regione», ha dichiarato il ministro degli Esteri tedesco. Ma non sarà facile. Ankara ha annunciato che sta estendendo la durata di una missione di esplorazione delle riserve di gas e petrolio nelle acque contese. La nave da ricognizione Oruc Reis è accompagnata da navi militari e il ministero della Difesa turco ha annunciato nuove esercitazioni marittime nell’area già avviate questa mattina.