Era apparso l’ultima volta in tv attaccato al respiratore alla fine di aprile, ospite del programma “Che tempo che fa”, per denunciare il comportamento della Rai nei suoi confronti che aveva definito “ripugnante” e oggi è arrivata purtroppo la tragica notizia della morte a Roma di Franco Di Mare all’età di 68 anni, che con brutale sincerità aveva detto che per lui non c’era ormai molto da fare a causa di un mesotelioma che lo aveva colpito.
La nefasta notizia è stata comunicata dal fratello Gino Di Mare, che su Facebook ha scritto un messaggio conciso ma molto significativo: “Ciao Frà, con te va via un pezzo di me”.
Di Mare era un volto molto noto ai telespettatori e iniziò la sua carriera nel mondo del giornalismo negli anni ’80, fino ad essere assunto a L’Unita diventandone inviato prima e caporedattore poi. Nel 1991 approdò in Rai e dal 1995 divenne inviato speciale per il Tg2, dove nel 1995 assunse la qualifica di inviato speciale occupandosi della Guerra dei Balcani, dove potrebbe aver contratto la malattia che lo ha condotto al decesso.
Nel 2002 passò al Tg1 e a partire dal 2003 guidò Unomattina Estate, prima di Uno Mattina week end. Dal 2004 passò alla conduzione di Uno Mattina e nel suo curriculum sono compresi diversi programmi di informazione e attualità nella fascia mattutina e alcune serate su Rai 1.
Nel 2019 divenne poi vicedirettore di Rai 1 con delega ad approfondimenti e inchieste, per poi essere nominato direttore generale nel 2020 dei programmi del giorno prima di diventare il direttore di Rai 3 nel maggio del 2020.
Dopo lo sfogo in tv di Di Mare contro la tv nazionale Roberto Sergio, ad della Rai, si era impegnato personalmente a inviare al giornalista la documentazione da lui richiesta all’azienda nei precedenti anni di lavoro.
Dopo la notizia della morte di Di Mare Roberto Sergio si è detto profondamente commosso e addolorato. “Purtroppo non potrò incontrarlo – ha detto – come ci eravamo ripromessi, ma sarò vicino alla famiglia e in questo doloroso momento prego con loro”.
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