E spiega che lo fa “con il precipuo scopo di accedere agli sconti di pena previsti dalla vigente normativa, grazie anche alle modifiche introdotte dal dgls 150/2022, la cosiddetta riforma Cartabia”.
“Tralasciando la circostanza che i ‘benefattori’ non hanno avvertito l’esigenza di chiedere se l’associazione fosse disponibile ad accettare le suddette donazioni, evidentemente facendo loro l’antico adagio pecunia non olet, ciò che ci preme sottolineare è che Addiopizzo Catania non è assolutamente disponibile per il futuro ad accettare simili donazioni diventando strumento di un sistema procedurale frutto di scelte politiche scellerate che non condivide”, si legge nella nota.
“Siamo infatti fermamente convinti che i mafiosi ed i responsabili di gravi reati non debbano godere di benefici e sconti di pena. I 3.500 euro ricevuti, la cui restituzione non avrebbe comunque impedito ai ‘benefattori’ di ottenere gli sconti di pena, verranno utilizzati in progetti a favore della collettività di cui verrà dato conto”, si sottolinea.
“Sarebbe opportuno che il tema della lotta alla mafia facesse di nuovo la sua comparsa nell’agenda politica iniziando magari dalla modifica di quelle norme che, con una semplice donazione, permettono sconti di pena agli autori di gravi reati”, conclude l’associazione che, si afferma nel sito ufficiale, “si muove sul territorio seguendo il principio ‘un intero popolo che non paga il pizzo è un popolo Libero’ e ‘la mafia teme la scuola più della giustizia’ “.
“Per questo motivo Addiopizzo Catania, oltre che iniziative volte al contrasto della criminalità organizzata e al sostegno di chi vuole opporsi al racket delle estorsioni, porta avanti con fermezza diversi progetti di tipo culturale, coinvolgendo i cittadini e soprattutto gli studenti. L’associazione è inoltre impegnata sul fronte sociale, consapevole che la solidarietà è una ricchezza per ogni territorio e per ogni individuo”.
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