Pubblicato il 15 Febbraio 2022
Ore di difficoltà e attesa a Milano, per le badanti ucraine. Olga dichiara: “Non ho ancora i documenti per stare in Italia, ho un appuntamento tra quattro giorni e ho paura che l’Esercito mi chiami”.
Svetlana racconta all’Agi: “Ho 59 anni, ho fatto il servizio militare e so che le donne fino a 60 anni possono essere chiamate alle armi. Non risponderei, mi chiedo che cosa possa fare una donna della mia età in guerra e poi vivo e lavoro da 13 anni ad Arese, faccio l’Operatrice socio sanitaria, mi piace aiutare gli altri. Ho la mia vita qui e sto bene”.
“Sono preoccupata che ci chiamino a combattere”
La donna ha due figli di 35 e 38 anni. Aggiunge: “Anche loro possono essere chiamati, uno dei due fa l’ispettore in carcere, per questo potrebbe essere tra i primi a prendere le armi. Eppure il mio popolo vuole la pace. Vuole essere indipendente, ma vuole convivere pacificamente con gli altri Paesi”.
Così si esprime una lavoratrice bielorussa: “Il popolo non vuole nessuna guerra, sono soltanto interessi politici ed economici”. Valentina, ucraina, afferma: “Sto da 20 anni a Milano, faccio le pulizie. Ho due figli grandi e un nipote a Kiev, sono preoccupata che li chiamino a combattere. Li ho sentiti ieri e mi hanno detto di stare tranquilla e io cerco di esserlo e di affidarmi al Padre che vede tutto. Certo, mai mi sarei immaginata una situazione così…”.
Tre giovani ucraini: “in patria non se ne parla”
Queste le parole di tre giovani ucraini: “di questa cosa i media ne parlano molto più qui che lì…”
La madre di Elena è “mezza russa e mezza ucraina”: ha “sei Paesi di origine”. Queste le sue parole: “Sono una cittadina del mondo e questi sono solo discorsi politici, non di popolo, siamo tutti mescolati. Qualcuno sta soffiando sul fuoco. Non credo proprio che Putin voglia fare la guerra, a Mosca la gente è tranquillissima, sa che non ci sarà”.
Tatiana sostiene: “Sono gli americani a volere questa guerra, da noi nessuno la vuole“.