L’aria è pesante a Kabul. Si parla di un doppio attentato, di almeno 13 vittime, tutte afghane, e più di 50 feriti. Secondo quanto ci consta, un attentatore kamikaze si è fatto esplodere proprio vicino al Baron Hotel. Là alloggiano truppe e giornalisti britannici. L’attacco suicida ha fatto da preludio ad altri attacchi: si è aperto il fuoco contro ognuno che si presentasse alla vista.
Sarebbero stati colpiti anche alcuni Marines americani.
Morti e feriti in una seconda grande esplosione, proprio all’aeroporto di Kabul: dove le persone vanno per andare via e ritagliare una speranza. Sono stati colpiti soprattutto semplici civili. Il secondo attacco ha riguardato uno dei cancelli di ingresso all’aeroporto di Kabul (l’Abbey Gate), come conferma il portavoce del Pentagono John Kirby su Twitter.
Tra attentati e colpi di arma da fuoco, forse l’incubo non è ancora finito.
Joe Biden è aggiornato su tutto dai vertici della sicurezza nazionale.
L’inviato di Skynews lo ha spiegato: si tratta di un’area appena fuori lo scalo. E’ proprio là che migliaia e migliaia di persone aspettano il controllo dei documenti. Qui operano principalmente le truppe britanniche.
Un C-130 italiano al decollo ha avuto gli spari a fare da contorno. Fortunatamente, ora è giunto a Kuwait City. Trasportava 98 civili afghani evacuati ed alcuni giornalisti italiani. Secondo l’inviata di Skytg24 Simona Vasta, si sono sentiti “colpi di mitragliatrice pesante, pochi minuti dopo il decollo”. E ancora: “La pilota ha attuato manovre diversive”, ci sono stati “attimi di panico”. L’aereo italiano, secondo quanto affermato da fonti dell’intelligence, non era il bersaglio: la mitragliatrice afghana ha sparato in aria per disperdere la folla, che stava pressando verso il gate dell’aeroporto e nessun colpo è stato diretto verso l’aereo in decollo. Un pick up afgano, equipaggiato con mitragliatrici e situato lontano dalla pista, ha sparato alcuni colpi di mitragliatrice calibro 14.5 in alto. La pilota del C-130 italiano, con un decollo tattico si è sottratta provvidenzialmente ad una potenziale minaccia.
Secondo quanto annunciato dal portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid, “La musica è proibita nell’Islam – riporta il New York Times – ma speriamo di poter persuadere le persone a non fare queste cose, invece di fare pressioni”. Quando c’era il governo dei talebani negli anni ’90, musica, televisione e cinema erano severamente vietati e infrangere le regole poteva metterti in guai seri: lo ricorda la Bbc.
Alla scorta dell’ex presidente Hamid Karzai e ad Abdullah Abdullah, a capo dell’Alto consiglio per la riconciliazione nazionale, sono stati tolti armi e mezzi dai talebani. Lo afferma la Cnn citando fonti proprie, sulla base delle quali i due si trovano di fatto agli arresti domiciliari. Lunedì simili misure erano state applicate su Karzai, che si era quindi trasferito nella residenza di Abdullah; ma l’alto funzionario ora è stato sottoposto ad ‘attenzioni’ simili. I talebani, come hanno affermato di fronte alla Cnn, tendono a determinare un governo inclusivo: perciò avevano iniziato a dialogare con Karzai e Abdullah. (fonte: Ansa)
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