Un episodio di violenza sul luogo di lavoro; questo, a quanto pare, il motivo per cui un panettiere 35enne, originario del Bangladesh, è stato costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti. Secondo il racconto del lavoratore, il suo datore di lavoro lo avrebbe aggredito con un pugno al viso dopo che si era rifiutato di guidare il furgone dell’attività, una mansione che non rientra nei suoi compiti di panettiere.
Il lavoratore, che presta servizio in un noto forno alle porte del centro di Latina, è stato colpito al volto dopo aver risposto al datore: “Sono un panettiere, non un autista”, provocando la reazione violenta del titolare. L’aggressione ha causato contusioni al viso e al collo, con una prognosi di quattro giorni stabilita dai medici.
Non è stata solo la presunta violenza fisica a spingere il 35enne a denunciare il fatto all’INAIL e in Questura, ma anche il clima lavorativo che lo stesso ragazzo definisce “invivibile”. Il lavoratore ha descritto una situazione fatta di parolacce, richieste di straordinari e una mole di lavoro eccessiva, a cui ha finora aderito per sostenere la sua famiglia, composta anche da due figli.
L’aggressione è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha convinto l’uomo a non restare più in silenzio. L’episodio pone l’accento sull’importanza del rispetto e della tutela dei diritti dei lavoratori, in particolar modo quando questi diritti vengono violati nel luogo di lavoro.
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