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Il 25enne, dopo aver dato fuoco ai bancomat, è stato arrestato dai carabinieri.

Mani al collo del rivale fino a farlo svenire, quindi le minacce con metodo mafioso: arrestato giovane pontino

Pubblicato il 24 Ottobre 2024

Giovane Fermato dai Carabinieri con l’Accusa di Aggressione a Latina

Nella mattinata di oggi, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Latina, su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un ventenne locale. Il giovane, già sottoposto alla misura di sorveglianza speciale a causa di precedenti penali, è stato arrestato con accuse di lesioni personali e minacce aggravate dal metodo mafioso.

L’ordinanza è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma, a seguito di indagini che hanno portato a galla dettagli agghiaccianti riguardo all’aggressione. Secondo le ricostruzioni, il ventenne avrebbe infastidito alcune ragazze che si trovavano in compagnia della vittima, per poi avvicinarsi a quest’ultima con la scusa di “parlare”. In realtà, il giovane ha aggredito la vittima, stringendogli il collo fino a fargli perdere i sensi. Successivamente, l’aggressore avrebbe continuato a colpire violentemente il giovane, provocandogli gravi lesioni e lasciandolo esanime a terra.

Minacce e Intimidazioni con Metodo Mafioso

Prima di allontanarsi, l’aggressore avrebbe anche minacciato la vittima di ulteriori ripercussioni, nel caso in cui avesse denunciato l’accaduto. Le minacce, come riportato dalle indagini, sarebbero state fatte sfruttando la sua appartenenza a una nota famiglia mafiosa locale, cercando di incutere paura e intimidazione.

Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale di Roma, sono state cruciali per ricostruire la dinamica dell’incidente, grazie al costante impegno dei Carabinieri di Latina.

Indagini Ancora in Corso

Le indagini su questo caso sono ancora in corso e il procedimento si trova nella fase preliminare. Vale il principio di presunzione di innocenza per l’indagato fino all’eventuale condanna definitiva.