Pubblicato il 17 Ottobre 2024
Blitz della Polizia di Stato che, su delega della Procura dei Minori e della Procura del Tribunale Ordinario, ha sgominato una rete nazionale composta da 12 persone, 10 delle quali minorenni, che incitavano e picchiavano stranieri in nome del nazi-fascismo. Le 12 persone sono indagate per il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Sono state inoltre sequestrate repliche di armi lunghe e pistole, alcune delle quali anche prive di tappo rosso, tirapugni, mazze, coltelli e un machete, oltre a diversi simboli e bandiere inneggianti al suprematismo bianco e al nazi-fascismo.
Le indagini partite dopo l’arresto di un 16enne ucraino
Le indagini sono partite dopo le continue aggressioni di un 16enne ucraino nella metropolitana di Milano tra fine febbraio e inizio marzo. Il ragazzo, dopo aver mostrato la svastica che aveva sul petto, al grido “i fascisti sono tornati” aggrediva le sue vittime che avevano solo la “colpa” di essere straniere.
Gli agenti della Digos, con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, hanno approfondito le indagini scoprendo una rete nazionale composta soprattutto da soggetti minorenni che all’interno di una chat si scambiavano messaggio di odio e inneggianti alla violenza di natura etnica, razziale, nazionale o religiosa. Le persone indagate sono residenti in svariate città d’Italia e le operazioni sono state portate a termine grazie alla collaborazione delle Digos delle Questure di Torino, Roma, Firenze, Venezia, Novara, Ravenna e Biella e di operatori della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.