Pubblicato il 19 Ottobre 2024
Nell’aprile del 2024 Astrazeneca ammise che il suo vaccino poteva avere effetti mortali, come purtroppo è capitato ad un 35enne di Agrigento che morì 10 giorni dopo la somministrazione del vaccino. Il ministero della Salute ha riconosciuto il nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e la morte del 35enne, disponendo il versamento di un assegno una tanum alla vedova.
Morto dopo la somministrazione di Astrazeneca
La Commissione medica militare di Messina (Cmo) ha constatato il collegamento diretto tra la somministrazione del vaccino Astrazeneca e la morte del 35enne che aveva ricevuto la prima dose nell’aprile del 2021. L’uomo a quanto pare era in perfetta salute, ma morì 10 giorno dopo la vaccinazione lasciando una moglie e tre figli.
In seguito all’autopsia emerse che il decesso era avvenuto per miocardite e il verbale della Cmo fu poi trasmesso al Ministero della Salute a Roma. La vedova dell’uomo, assistita dall’avvocato Angelo Farruggia, riceverà un indennizzo una tantum dallo Stato.
L’avvocato ha spiegato che questa è una sentenza importante, che apre la strada al riconoscimento dei danni da vaccinazione anti-Covid. Nel maggio 2024 Astrazeneca decise anche di ritirare definitivamente il vaccino anti-Covid da tutto il mondo.
Cosa succede ora?
Si stima che molte persone, dopo essere state vaccinate con Astrazeneca, hanno avuto diversi problemi di salute e, non riuscendo ad avere diagnosi certe, sono costrette a sottoporsi a visite specialistiche a loro spese. Il riconoscimento del nesso di casualità tra vaccinazione e problemi di salute potrebbe aprire la strada alla richiesta di risarcimenti da parte delle persone che hanno avuto effetti collaterali dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca nei confronti della casa produttrice di vaccini ma, come sottolinea Farruggia, anche dello stesso Ministero della Salute.