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Napoli, patrimonio

Alienazioni patrimonio comunale, nuovo confronto in commissione Bilancio

Pubblicato il 27 Luglio 2020

La discussione della commissione Bilancio sul rendiconto della gestione finanziaria per il 2019 e lo stato della dismissione del patrimonio immobiliare comunale è ripresa con l’intervento del consigliere Rosario Andreozzi (DemA), che ha voluto chiarire la situazione della Napoli Servizi, una società che ha ereditato una pesante situazione e che ora sta pagando le conseguenze di un lungo ciclo di crisi che si protrae sin dal 2008. Una società che tuttavia è costata molto meno alle casse comunali rispetto alle gestioni del passato, ha sottolineato il consigliere, e si è dimostrata all’altezza delle sfide che ha dovuto affrontare. Andreozzi ha ribadito che è sbagliato ricorrere alla leva dell’alienazione del patrimonio comunale per risanare i conti dell’Amministrazione, una risorsa che in questo momento di difficoltà rappresenta invece l’unica garanzia per la città. Bisognerebbe poi ragionare anche sulle altre due leve sulle quali punta il Comune: la gestione del personale e la riscossione. All’assessora Clemente ha chiesto di considerare, in vista della creazione di un’Agenzia per la Casa, di non togliere alla Napoli Servizi le funzioni inerenti al patrimonio comunale; sarebbe infatti un grave impoverimento della “mission” della società. Serve infine uno sforzo comune, tra maggioranza e opposizione, per combattere le norme sul debito ingiusto, che rappresentano la vera minaccia per il futuro della città.

Matteo Brambilla (Movimento 5 Stelle) ha nuovamente ribadito che manca un inventario del patrimonio e dei beni dell’ente. In assenza di un inventario attendibile, non è possibile ipotizzare soluzioni alternative alla dismissione. C’è oltretutto una scarsa capacità di valorizzare l’esistente e di riscuotere il dovuto dagli alloggi comunali, e non è chiaro cosa significhi, per l’assessora al Patrimonio, coinvolgere il Consiglio comunale nella predisposizione del nuovo Piano delle Alienazioni e della Valorizzazione degli Immobili di proprietà comunale (Pavi). Mancano ancora risposte sul Real Albergo dei Poveri e sulle Terme di Agnano: non è chiaro, ad oggi, se siano ancora compresi nel Piano delle alienazioni. 

Carmine Sgambati (Italia Viva), presidente della commissione Patrimonio, ha condiviso quanto affermato da Brambilla, che – ha dichiarato – rappresenta la fotografia dell’attuale situazione del patrimonio comunale.

L’assessora Clemente ha parlato di un complesso lavoro di squadra che sta progressivamente producendo risultati, nonostante la strada in salita. Il suo obiettivo è coinvolgere tutte le forze presenti in Consiglio comunale per redigere un Piano delle Alienazioni e della Valorizzazione degli Immobili che sia il frutto di questo confronto. Dismissione non significherà mai svendita del patrimonio, ha aggiunto l’assessora; piuttosto, si deve pensare a politiche di valorizzazione dei beni comunali attraverso accordi di gestione con altri soggetti. Il patrimonio comunale non deve essere considerato solo la garanzia del debito comunale ma una risorsa che l’Amministrazione può gestire in maniera virtuosa. Il fatto che sia inserito del Piano di alienazione, ha concluso, non deve pregiudicarne la valorizzazione.

Perplessità su questo aspetto sono state espresse da Brambilla, che ha specificato che fino a prova contraria un bene inserito nel Piano delle alienazioni deve essere venduto, salvo delibere di Giunta che dispongano diversamente. Per queste ragioni ne ha dedotto che sia l’Albergo dei Poveri che le Terme di Agnano, allo stato attuale, devono essere alienate e che non ci sono alternative alla dismissione degli immobili comunali, riservandosi di discutere in Aula altri aspetti di un bilancio che ha definito “diversamente vero”.

Il Ragioniere generale Raffaele Grimaldi ha contestato la definizione data dal consigliere Brambilla sul bilancio. Ha chiarito che si può discutere sul fatto che non sia stata rispettata la quota di ripiano per il 2019, ma ha specificato che il disavanzo per il 2019 ammonta a 81 milioni di euro e non a 150 milioni come affermato dal consigliere, che ha risposto che in Aula approfondirà questo punto. Grimaldi ha confermato che, sul tema del patrimonio, anche quest’anno c’è stata una scarsa realizzazione delle previsioni di alienazioni immobiliari, ma bisogna considerare che sul piano tecnico si tratta di un bilancio complesso, con moltissime variabili che sono comunque riuscite a ottenere l’attestazione di congruità da parte del Collegio dei Revisori. Grimaldi, infine, ha nuovamente ricordato che il Comune è un ente in predissesto e che le norme contabili del 2015 hanno messo tutti i Comuni in difficoltà.

Nelle conclusioni la presidente Mirra ha chiarito che è un fatto che il piano di dismissioni del patrimonio immobiliare del Comune si sia finora realizzato con tempi lenti e al di sotto delle aspettative. Sicuramente ci sono state difficoltà burocratiche, ma se non si riescono a rispettare i tempi stabiliti, l’Amministrazione deve necessariamente adottare accorgimenti sul Piano delle alienazioni e capire con quali numeri e azioni sostenere il prossimo bilancio previsionale.