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Alberto Scagni

Alberto Scagni punito da un detenuto: il compagno di cella lo picchia violentemente

Pubblicato il 17 Ottobre 2023

Il detenuto punito da un altro detenuto.

Alberto Scagni è stato condannato a settembre dalla corte di Assise di Genova a 24 anni e 6 mesi di carcere per avere ucciso la sorella Alice, il primo maggio del 2022 nel capoluogo ligure. Detenuto, è stato aggredito nel carcere di Marassi, dove si trova da quasi un anno e mezzo.

A picchiarlo, hanno raccontato i sindacati della penitenziaria, è stato il compagno di cella. 

E non è escluso che la causa del pestaggio sia proprio il reato commesso da Scagni, perché il compagno di cella, poco prima dell’aggressione, anche se su questa circostanza non ci sono conferme, aveva letto un articolo su di lui e sulla vicenda processuale per il delitto della sorella.

Secondo la Uil-Pa il pestaggio risale a sabato scorso.

Il detenuto, di nazionalità romena, proveniente dal carcere di Aosta e già detenuto a Sanremo, Biella, Alessandria e Torino per scontare condanne per furto, rapina, porto d’armi e lesioni, avrebbe preso Scagni a pugni.

Lo avrebbe messo a terra continuando a picchiare duro tanto da far scattare una prognosi di una settimana.

Scagni ha subito l’aggressione fino a quando non è intervenuto un agente della penitenziaria a separare i due.

In passato Alberto Scagni, che ora si trova in una cella singola, era stato messo in stanza con Evaristo Scalco, 63 anni, che il 2 novembre 2022 uccise con un colpo di freccia scoccata dalla finestra di casa, nei vicoli di Genova, il peruviano Javier Miranda Romero.

“Ancora una volta la sesta sezione, questa volta al quarto piano, sezione detenuti protetti – denuncia il segretario regionale della Uil-Pa Fabio Pagani – ancora un volta abbinamenti pericolosi di detenuti. Non è passato tanto tempo dall’omicidio avvenuto il 13 settembre scorso sempre in sesta sezione, al primo piano”.

Il riferimento è a Luca Gervasio, accusato dell’omicidio del compagno di cella, Roberto Molinari, un senza fissa dimora, già vittima di violenze in passato dallo stesso detenuto.