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Che fine ha fatto Alberto Trentini, operatore umanitario arrestato in Venezuela? Disperata la famiglia: “Non abbiamo notizie da due mesi”

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Dopo la vicenda di Cecilia Sala, la giornalista rilasciata dall’Iran e rientrata in Italia, è esploso un altro caso simile che vede un italiano detenuto all’estero per non ben precisate accuse. Si tratta di Alberto Trentini, giovane cooperante italiano fermato e arrestato dalle autorità venezuelane di cui da ormai 2 mesi non si hanno notizie.

La famiglia, in preda all’angoscia, si è affidata all’avvocata Alessandra Ballerini che ha chiesto al governo italiano di intervenire e avviare trattative con le autorità venezuelane per la liberazione di Alberto. La vicenda è diventata un caso politico, infatti sono intervenuti i parlamentari Giuseppe Provenzano e Gianni Cuperlo che insieme ai colleghi Laura Boldrini, Lia Quartapelle, Enzo Amendola e Fabio Porta hanno presentato un’interrogazione al governo per chiedere come si stanno muovendo per la liberazione del giovane.

L’allarme della famiglia: “È malato ed è senza medicinali”

Come ricostruito in una nota dell’avvocata Ballerini, Trentini era arrivato in Venezuela il 17 ottobre 2024 e, mentre si stava recando in missione tra Caracas a Guasdalito, è stato fermato dalle forze dell’ordine venezuelane ad un posto di blocco insieme all’autista della Ong francese “Humanity e Inclusion” che assiste i disabili.

Il ragazzo è stato poi trasferito a Caracas dove, secondo le ultime notizie, sarebbe prigioniero in una struttura di detenzione, senza che gli sia stata rivolta un’accusa formale. Sul caso è intervenuta anche la Commissione interamericana dei diritti umani, che lo scorso 7 gennaio ha chiesto al Venezuela di fornire informazioni sullo stato di salute del ragazzo.

Chi è Alberto Trentini

Come riportato da Il Giorno, Alberto Trentini è originario del Lido di Venezia e laureato alla Ca’ Foscari di Venezia, specializzandosi all’estero in assistenza umanitaria. Ha seguito un master in Inghilterra in ingegneria delle acque e della salute e ha lavorato in altri posti “difficili” come Nepal, Sud America, Etiopia, Grecia e Libano.

La famiglia ha fatto sapere che soffre di ipertensione e che è stato fermato e arrestato senza i beni di prima necessità e senza le medicine di cui ha bisogno. Un motivo di preoccupazione in più per i familiari di Alberto, che hanno fatto sapere di non sentirlo da almeno due mesi e che nessuno è riuscito a vederlo né a parlargli, neanche l’ambasciatore italiano nonostante i numerosi tentativi.

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Francesco Ferrara

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