Il nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli ha sostenuto l’ultimo esame universitario di Teoria delle dottrine teologiche nella sede di Lettere e Filosofia all’università Sapienza di Roma questa mattina 30 settembre alle ore 8:00, superandolo brillantemente con la votazione di 30.
Gaetano Lettieri, il professore con il quale Giuli ha sostenuto l’esame, ha detto che il ministro è andato benissimo. Ha aggiunto che l’esame è stato trasparente, poiché sostenuto con la porta aperta con domande difficili alle quali il ministro ha risposto prontamente. Lettieri ha garantito che non c’è stato alcun timore reverenziale da parte della commissione dinanzi ad un ministro trattato come qualsiasi altro studente.
Per motivi di ordine pubblico l’esame è stato sposato alle 8:00, una decisione che Lettieri ha detto di aver preso autonomamente anche contro il parere di Giuli. Dopo le dimissioni turbolente di Sangiuliano, Alessandro Giuli era stato catapultato a capo del ministero della Cultura ma la mancanza della laurea ha provocato qualche mugugno, quindi ha voluto sostenere l’ultimo esame universitario che gli mancava.
Un esame che, come ribadito da Lettieri, era in programma da oltre un anno e mezzo e quindi molto prima che Giuli diventasse ministro. “La scelta di laurearsi con me è di un paio di anni fa – ha concluso Lettieri – e il tema della sua tesi è Costantino”.
Inevitabilmente l’intera situazione ha suscitato molte polemiche, soprattutto tra gli studenti del collettivo Cambiamo Rotta che, dopo l’esame di Giuli, si sono riuniti sulle scale della facoltà di Lettere e Filosofia per protestare. La protesta non è legata solo alla votazione di Giuli all’esame, che secondo gli studenti è stato anticipato e a porte chiuse, ma anche al colore politico del ministro.
“È un insulto che proprio in questa facoltà, dove due studenti antifascisti sono stati uccisi, venga un ministro della Cultura con radici storiche e politiche legate a Meridiano Zero” – ha urlato uno studente al megafono, mentre c’erano altri striscioni e cartelli riportanti frasi del tipo “Giuli lo bocciamo noi! Bocciamo il fascismo e la cultura del precariato. Per una nuova cultura” o “Mic e Mur ci vogliono precari”. Lettieri a sua volta ha ribadito che ogni persona, anche chi fa politica, ha diritto a sostenere un esame e qualsiasi negazione di questo tipo è fascista e contrario alla Costituzione.
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