Pubblicato il 28 Agosto 2023
Sono passati quasi 3 mesi dallo scioccante assassinio di Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi, per mano del suo compagno Alessandro Impagnatiello e padre del bimbo che portava in grembo.
Intanto sono proseguite le indagini sul barman e, come rivela La Repubblica, stanno emergendo inquietanti dettagli secondo i quali il 30enne stava progettando di uccidere la compagna e il bimbo che aveva in grembo già dall’inverno.
“Come uccidere una donna incinta col veleno”, le scioccanti ricerche su Internet di Alessandro Impagnatiello
Le indagini degli inquirenti si stanno concentrando su un messaggio invitato da Giulia in inverno che, dopo aver bevuto una bevanda calda, aveva scritto: “Non mi sento bene”.
Qualche ora dopo Impagnatiello avrebbe fatto una ricerca su Internet sugli effetti del veleno per topi nelle bevande calde. “Come uccidere una donna incinta col veleno” e “Come avvelenare un feto” sono solo alcune delle inquietanti ricerche che sarebbero state ritrovate sul cellulare del barman.
L’ipotesi di tentato avvelenamento, prima della tragica uccisione con 37 coltellate, starebbe prendendo sempre più forma anche perché nella casa di Impagnatiello è stato trovato veleno per topi e tracce di veleno sarebbero state trovate anche sui suoi tessuti.
Non è affatto un dettaglio, poiché se venisse confermata l’ipotesi che Impagnatiello voleva uccidere già prima Giulia Tramontano potrebbe scattare l’accusa di aggravante della premeditazione, inizialmente esclusa dal giudice per le indagini preliminari poiché gli elementi raccolti a suo tempo non furono considerati sufficienti.
Il terrificante omicidio di Giulia
Poco prima dell’uccisione Giulia aveva trovato un burro cacao nell’automobile di Impagnatiello e, ormai convinta della sua infedeltà, voleva troncare con lui.
Scoprì poi che aveva una relazione parallela con una sua collega, con la quale si incontrò il 27 maggio. Poi, una volta tornata a casa, è scomparsa e in seguito si è scoperto che era stata uccisa da Impagnatiello, che tentò di bruciare due volte il corpo senza successo per poi avvolgerlo nel cellophane e lasciarlo dietro una fila di box.
Il 30enne il 29 maggio denunciò anche la scomparsa della fidanzata e provò a depistare le indagini con finti messaggi, ma gli inquirenti che già avevano forti sospetti su di lui lo arrestarono e gli fecero confessare lo sconvolgente assassinio.