Alessia Pifferi: il terribile racconto degli agenti che hanno trovato la piccola Diana morta

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Quando la polizia è entrata in casa di Alessia Pifferi, della madre sotto processo per avere abbandonato la figlia Diana di 18 mesi per giorni da sola in casa facendola morire di stenti, il cadavere della piccola era poggiato nel lettino. Il corpo era stato pulito e adagiato sul materasso senza lenzuola. Alla bimba era stato messo un vestitino giallo, ma non il pannolino.

La descrizione dettagliata di ciò che gli inquirenti hanno trovato nella casa della donna quel tragico 20 luglio della scorsa estate è stata fatta dalla dirigente della polizia scientifica Annamaria Di Giulio, durante l’udienza del processo in cui Alessia Pifferi, presente in aula, è imputata per omicidio volontario pluriaggravato.

Diana secondo quanto ricostruito, era morta.

“Aveva già annerite le punte delle dita e del naso. Era umida con i capelli un po’ bagnati. Si vedeva che era stata risciacquata perché la testa era umida”, ha raccontato Di Giulio in udienza.

Anche il lettino della piccola, senza lenzuola e senza copricuscino, con solo un coprimaterasso, era pulito.

Nella lavatrice gli agenti hanno trovato i panni ancora umidi.

Mentre il pannolino che Diana presumibilmente indossava durante l’agonia era accatastato nel cestino assieme a molti altri sporchi.

La descrizione è dettagliata, angosciante, terribile.

Nel frigorifero “da mangiare c’era veramente poco: Coca Cola, acqua, un piatto di avanzi, una mela e una salsa di pomodoro”.

Sul mobile della stanza da letto in cui Diana è stata trovata morta “c’era un piccolo biberon, con un residuo di latte”.  In casa c’erano anche due valigie, lasciate all’ingresso.

All’interno “solo vestiti da donna, almeno 30 abiti da sera”, ma nessun indumento da bambini. 

All’arrivo degli agenti delle volanti, chiamati dal 118 dopo il ritrovamento della bimba morta, Alessia Pifferi era “seduta sul divano dell’ingresso, in evidente stato di agitazione”, ha riferito durante la testimonianza un agente, tra i primi a intervenire.

Alessia Pifferi è accusata di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione, oltre a quelle di aver ucciso la figlia e dei motivi futili e abietti.

Rischia l’ergastolo.

Nel mese di luglio 2022 ha lasciato la figlia Diana sola a casa, con le finestre sigillate, per sei giorni. Mentre la bimba moriva di stenti, la donna era con il compagno (ignaro di tutto).

Quella di Diana è stata, secondo il parere degli esperti, una lunga agonia.

L’autopsia, già depositata nella relazione definitiva, dice che Diana è morta per una gravissima e prolungata disidratazione, aggravata dalle temperature altissime di luglio.

Nello stomaco della neonata sono stati trovati pezzetti del suo stesso pannolino. 

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Redazione Nazionale

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