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Alessia Pifferi

Alessia Pifferi ha iniziato lo sciopero della fame: “Voglio morire per…”

Pubblicato il 21 Maggio 2024

Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per aver fatto morire di stenti la figlia Diana di appena 18 mesi, continua a far parlare di sé. Secondo le ultime notizie la 38enne avrebbe iniziato lo sciopero della fame nel carcere dove è rinchiusa e da almeno 24 ore non toccherebbe cibo. Una notizia che alimenterà ulteriori polemiche e che spaccherà ancora di più in due l’opinione pubblica.

Lo sciopero della fame di Alessia Pifferi

“La mia vita è finita, nessuno mi crede. Mi sento abbandonata, sola. Non ho più voglia di vivere” – queste sarebbero le parole della Pifferi che, a quanto pare, vorrebbe ricongiungersi con la figlia Diana nella morte. La notizia dello sciopero della fame è stata confermata dal suo avvocato, Alessia Pontenani, secondo la quale la Pifferi piange in continuazione.

La Pontenani ha detto che la sua assistita sta anche scrivendo una lettera alla madre, che però non ha ancora spedito. La Pifferi avrebbe rivelato al suo avvocato di aver ricevuto molta solidarietà dalle detenute, almeno da “quelle che la tollerano”. La 38enne infatti ha denunciato di essere stata picchiata da altre detenute, che l’hanno ritenuta colpevole della morte della piccola Diana.

Come riferito dalla Pontenani a Repubblica, Alessia Pifferi sarebbe stata trasferita in una cella con un’altra detenuta, ma la situazione non sarebbe migliorata. “Tutta la gente che la odia sarà contenta adesso, no? Senza contare gli insulti e le minacce di morte che ricevo anche io” – ha commentato polemicamente la Pontenani.

La condanna

Alessia Pifferi è stata giudicata colpevole della morte della figlia Diana, anche se non con premeditazione, avendola lasciata sola per 6 giorni (dal 14 al 20 luglio 2022). È stata condannata all’ergastolo, una sentenza che il pm Francesco De Tommasi ha definito giusta, arrivando ad accusare la Pifferi di aver recitato sempre una parte. Stesse accuse mosse dalla mamma e dalla sorella della donna, che non l’hanno mai perdonata.