Pubblicato il 9 Dicembre 2022
Una lite di un minuto. Poi altri quattro prima della segnalazione di un’automobilista
La tragica fine di Alessia Sbal sul Raccordo anulare, fra le 20.39 e le 20.43 del 4 dicembre scorso: decisivi i file audio del 112, ora nella relazione inviata al pm Stefano Luciani.
“Ma non ti ho fatto niente, ci siamo appena toccati. Io me ne vado”, dice Flavio Focassati quella sera, così come ricostruisce il Corriere.. Davanti a lui c’è Alessia che lo ha appena costretto ad accostare sulla corsia di emergenza con il suo camion, dopo che ha urtato la sua Panda passando dalla corsia sinistra a quella centrale della carreggiata interna nei pressi dello svincolo per Casalotti.
L’estetista di 42 anni è stata travolta e uccisa dal mezzo pesante che ripartiva proprio dalla corsia di emergenza dopo un litigio fra i due conducenti contenuto nelle registrazioni audio acquisite agli atti.
La vittima si trovava al telefono con il centralino del 112 – ci era già stata poco prima per 23 secondi segnalando “Mi hanno tamponata” – e ci è rimasta per circa un minuto prima di essere investita.
Erano le 20.39. È stata travolta di proposito, come sostiene la famiglia disperata? Oppure anche quello è stato un incidente? Quest’ultima versione è quella del conducente del tir che si trova ai domiciliari. Per contestargli l’omicidio stradale bisogna ricostruire una sua colpa nel ripartire senza la necessaria cautela. L’altra ipotesi è che la vittima si sia messa in una posizione pericolosa e non visibile davanti al tir.
Per la prima volta la registrazione audio dimostra comunque che il camionista è sceso dal veicolo così come ha fatto Alessia che aveva indossato anche il fratino catarifrangente per farsi vedere al buio dai veicoli che sopraggiungevano.
I due si sono fermati per constatare i danni e nel loro breve dialogo, più un battibecco che altro, il 47enne di Rieti appare piuttosto nervoso e ribatte alle contestazioni della donna che nel frattempo si trova al telefono con l’operatore del 112 – un civile non un appartenente alle forze dell’ordine – per chiedere assistenza e l’intervento di una pattuglia della polizia stradale.
Cosa che comunque è stata intanto fatta in automatico dalla centrale del 112.
“Guarda che hai fatto”, gli dice trovando dall’altra parte però una persona che vuole soltanto andare via subito da quel posto. Ed effettivamente lo fa perché dopo aver manifestato alla 42enne l’intenzione di ripartire nell’audio si sente sempre Alessia che grida “Se ne sta andando! Fermati, fermati!”.
Poi più nulla. A questo punto bisogna capire se quelle ultime parole siano legate alla paura di essere investita oppure a un estremo tentativo della vittima di impedire la ripartenza del camion senza aver accertato i danni.
Secondo chi indaga al momento non ci sarebbero elementi che avvalorino la volontarietà: la vittima è stata colpita dal mezzo pesante proprio nell’angolo cieco del veicolo ovvero quello centrale-posteriore destro: ricostruzione che potrebbe essere attendibile nell’ipotesi plausibile che il tir abbia sorpassato la Panda ferma sulla corsia di emergenza e quindi anche Alessia.
Le successive telefonate al 118, almeno una decina, a cominciare dalle 20.43, quattro minuti dopo la chiamata di Alessia, tre dopo la fine della lite, da parte di automobilisti che hanno assistito a questa parte della drammatica scena testimonierebbero il fatto che non ci sono altri camion coinvolti nella vicenda. Anzi qualcuno che si trovava al volante in quel momento avrebbe anche inseguito per alcuni chilometri il tir investitore, fino a quando è stato fermato dalla polizia stradale.
Il conducente avrebbe fornito in un primo momento la versione di non essersi accorto della donna a causa del maltempo. Quell’audio smentisce però la sua ricostruzione.