Caso dossieraggio, Alex Britti controllato: i retroscena

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Quello di Alex Britti è uno dei nomi finiti nell’inchiesta della Procura di Milano sulla presunta associazione a delinquere messa su per raccogliere dati su politici, imprenditori e personaggi pubblici da poi vendere o sfruttare per estorsioni.

Il cantautore sarebbe stato controllato dalla società di investigazioni Equalize, che lo avrebbe fatto anche pedinare e sarebbe persino riuscita a organizzare un fermo di polizia per incastrarlo.

Una vicenda inquietante che, secondo quanto scrive il quotidiano La Verità, sarebbe scaturita dalla richiesta di informazioni sul cantautore dall’ex suocero.

La vicenda si inserisce nell’ambito del contenzioso tra il cantautore e l’ex moglie per l’affidamento del figlio.

Il padre della donna si sarebbe rivolto alla Equalize per realizzare un dossier su Britti allo scopo di trovare qualche elemento che potesse riportare il nipote sotto l’affido della madre: una ricostruzione che gli avvocati dell’ex suocero smentiscono categoricamente.

In una intercettazione agli atti, uno dei principali indagati, l’informatico Nunzio Calamucci, dice: “Ci hanno chiesto di trovare qualunque cosa che possa mettere in cattiva luce Britti, stiamo verificando i suoi precedenti, anche quelli di polizia. Sai, mi risulta che ha una roba vecchia del 1991 per droga: era detenzione ai fini di spaccio. Lo sapete no? All’epoca per una canna condivisa ti prendevi lo spaccio. Per la sua ex suocera sapere che è stato implicato in una cosa del genere sarebbe oro”.

Britti sarebbe stato anche pedinato da emissari della Equalize. Addirittura sarebbe stato organizzato un fermo “pilotato” dell’artista alla stazione centrale a Milano: “Ci siamo inventati il fermo, il tipo che era con lui potrebbe avere addosso qualcosa, ci avevano dato una mano colleghi della stazione. Ma niente, avevamo sperato di trovarlo nei guai”, riferisce sempre Calamucci.

In una nota, l’avvocato Jacopo Pensa, che assiste l’ex suocero Fulvio Pravadelli, precisa che il mandato alla Equalize era stato “conferito esclusivamente a tutela della figlia” e che “non è mai stato quello di acquisire informazioni pregiudizievoli sul medesimo, né tanto meno di spiarne la vita [di Alex Britti, ndr]”. “Si è dunque trattato di un rapporto personale, passato attraverso lo studio legale di riferimento e da condurre con la massima trasparenza, regolarmente documentato e retribuito da Fulvio Pravadelli. C’è da aggiungere che, alla fine, i dati acquisiti non sono stati neppure mai utilizzati, né sul piano legale, né tantomeno in altri ambiti. Fulvio Pravadelli è dunque del tutto estraneo alle vicende di natura illecita di cui i media riferiscono in questi giorni”, si legge nella nota del legale.

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Redazione Nazionale

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