L’uomo è rinchiuso dal giugno dello scorso anno nella colonia penale IK-6 di Melekhovo, a circa 235 chilometri a est di Mosca, ed ha assistito alla pronuncia della sentenza in un collegamento video. Alla vigilia del verdetto aveva previsto che avrebbe ricevuto una condanna “stalinista” di circa altri 18 anni.
Nell’agosto 2020, era stato avvelenato in Germania con una micidiale neurotossina che aveva fatto temere per la sua vita e per il quale l’Occidente sospetta i servizi segreti russi. In seguito all’avvelenamento ha trascorso mesi a riprendersi a Berlino ma una volta guarito ha deciso di tornare in patria, nonostante sapesse che sarebbe stato arrestato. E così è stato: al suo ritorno a Mosca nel gennaio 2021 è stato portato in una colonia penale di massima sicurezza, per aver violato i termini della libertà condizionale che gli era stata concessa in seguito a una condanna ricevuta nell’ambito del processo Yves Rocher del 2014, in cui era accusato di appropriazione indebita.
A marzo 2022 l’oppositore di Putin è stato poi condannato a nove anni per truffa e oltraggio alla corte, condanna confermata in appello. La giustizia russa accusa il quarantacinquenne di aver sottratto diversi milioni di rubli in donazioni alla sua organizzazione. Il suo Fondo anticorruzione di Navalny (Fbk), la cui missione dichiarata è combattere contro l’arricchimento illecito degli alti funzionari russi, è stato vietato nel 2021 perché la magistratura ha considerato la sua attività “estremista”.
Ex avvocato, Navalny è salito alla ribalta grazie a blog che hanno denunciato quella che, a suo dire, è una vasta corruzione in Russia. L’uomo ha affermato che la Federazione sarebbe governata da “truffatori e ladri”. Inizialmente era stato un militate di destra. Negli anni 2000 ha partecipato a diverse marce nazionaliste russe e ha espresso opinioni anti-immigrati. Nel 2007 è stato espulso dal partito liberale di opposizione Yabloko. Poi quando nel dicembre 2011 sono scoppiate alcune manifestazioni contro Putin, è stato uno dei primi leader della protesta ad essere arrestato. Nel 2013 si è candidato alla carica di sindaco di Mosca e ha ottenuto il 27% dei voti, nonostante la scarsa o nulla copertura da parte dei media statali. Da allora gli è stato impedito, per vari motivi, di candidarsi.
Navalny e il suo team hanno più volte puntato il dito Putin producendo video che sono diventati virali e che sono stati visti milioni di volte su YouTube, e nei quali denunciava lo stile di vita opulenta dell’élite russa. Navalny è sposato con Yulia Navalnaya e i due hanno una figlia, Darya (Dasha), che studia all’Università di Stanford negli Stati Uniti, e un figlio, Zakhar. Nel 2021 il Parlamento europeo gli ha assegnato, mentre lui era in prigione, il Premio Sacharov per la libertà d’espressione, premio che è stato ritirato da sua figlia Daria.
"Non si esclude l'omicidio, perché è impossibile che una ragazza di quindici anni usi quel…
"La decisione antisemita della Corte penale internazionale equivale al moderno processo Dreyfus, e finirà così. Israele…
La Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile ha emesso un Avviso…
Chi era Christian Salierno: l'istruttore di rugby che ha lasciato il segno Un grave lutto…
Questa Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito dell’attività investigativa svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del…
Nella mattinata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Sezze hanno denunciato in stato di…