Così Franca Rampi. La mamma di Alfredino si è sfogata in una intervista rilasciata a Il Gazzettino.
E’ la donna, la madre, che ha vissuto l’incubo senza fine dell’orribile agonia del suo piccolino, del figlio di 6 anni caduto dentro un pozzo artesiano a Vermicino la notte del 10 giugno 1981 e morto dopo 60 ore di tentativi di salvarlo. Una tragedia che ha segnato la memoria del Paese e inciso definitivamente anche su alcuni aspetti della quotidianità.
E’ la donna, la madre, che adesso ha dovuto subire la profanazione del luogo dove riposano Alfredino e il fratello minore Riccardo, ucciso da un infarto a soli 36 anni nel 2015.
Domenica l’allarme è scattato al cimitero Verano per la lapide violata con svastiche e la scritta “drogato”. Sul caso indagano ora i carabinieri di San Lorenzo.
“È stato uno dei responsabili del cimitero ad avvisarmi. Domenica mattina ero andata a portare un fiore sulla tomba dei miei figli e mi hanno detto che c’era stato un problema sulla lapide. A segnalarlo a lui è stato un signore, anche lui aveva portato un fiore per mio figlio. Quando ho visto quello che avevano fatto, non ho creduto ai miei occhi. È stato uno choc e anche un grande dolore – racconta Franca Rampi – Per noi è che si sia trattato di gesto di un folle o di qualcuno che voleva attirare l’attenzione. Speravamo di poter cancellare le svastiche e le scritte e quindi di rimettere tutto in ordine ma così non è stato”.
“Io e mia nuora siamo distrutte – continua – Vicino alla foto di mio figlio Riccardo c’erano anche delle scritte ingiuriose. Non riusciamo a darci pace. Anche lei, come me ha vissuto un grande dolore. Tutto quello che sta accadendo in queste ore non fa che riaprire ferite mai rimarginate del tutto. La nostra speranza è che siano rintracciati i responsabili ma è davvero molto difficile. Gli investigatori ci hanno spiegato che non ci sono telecamere dirette in quella zona del cimitero che è davvero molto grande. Non sono ancora riusciti a stabilire esattamente quando sia avvenuto. Ma noi siamo decisi ad andare fino in fondo. Quello che è accaduto sulla tomba dei miei figli è vergognoso. Non c’è alcuna spiegazione”.
Appena qualche ora prima, proprio in memoria di Alfredino, era stato inaugurato un murale alla Garbatella: “Gli investigatori non escludono che i due episodi siano in qualche modo collegati – conclude – Che insomma, il richiamo mediatico dell’iniziativa alla Garbatella possa in qualche modo aver acceso i riflettori. Comunque ripeto, non c’è alcuna spiegazione a uno scempio come quello che la mia famiglia ha subito. Non appena avremo il permesso dai carabinieri, procederemo con la sostituzione della lapide perché non è stato possibile cancellare nulla. I miei figli meritano di riposare in pace e certo, la speranza è che gli autori vengano rintracciati”.
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