Così Alice Campello.
“Un po’ alla volta miglioro”, dice oggi a Verissimo l’influencer, già madre di quattro bimbi. Ma il ricovero è stato un incubo.
Diventare mamma è sempre stato il suo sogno. Già commossa una volta arrivata in studo, Alice ricorda quello che è stato il giorno più bello ma anche il più complesso.
“Il parto è andato molto bene. Un parto cesareo, il più bello dei quattro. Non avrei potuto scegliere altro tipo di parto. Il problema è arrivato dopo: ad un certo punto ho iniziato a sentirmi male”.
Improvvisamente, Alice apre il lenzuolo e scopre di aver perso tantissimo sangue.
L’utero non si era contratto e questo ha creato una emorragia enorme. “Inizialmente sembrava più semplice, poi i medici di ora in ora tornavano ed erano sempre più bianchi, non sapevano più che fare.”
Diciassette trasfusioni di sangue sono state necessarie.
“Mi sono svegliata alle dieci di sera, dalle dieci di mattina. Mi hanno intubata, sono stata lontana dalla mia famiglia per ore. Quando mi sono svegliata ho capito tutto”, racconta oggi.
“I medici sono riusciti a fermare l’emorragia, per ore non ci sono riusciti. Iniziavano a finire le idee e, all’ultimo minuto, sono riusciti con un palloncino che mi hanno inserito nell’utero, che ho tenuto fino alle 14 del giorno seguente. C’era la paura che continuasse, in quel caso mi avrebbero tolto l’utero, altrimenti sarei morta”.
Tolto il palloncino, tutto è andato bene.
In tutta la sua dolcezza, Alice spiega di aver sofferto più per la sua famiglia che per se stessa. “È stato difficile. Avevo detto ai bambini che avrebbero conosciuto la bambina, ma non mi vedevano tornare. Nessuno gli ha spiegato ma avevano capito. Uno di loro dormiva con la mia foto. Oggi vedo ogni cosa in modo diverso. Alvaro è arrivato a pensare a come sarebbe stata la vita senza di me. Oggi i bimbi mi portano fiori in continuazione, mi chiedono ogni tre secondi se sto bene. È incredibile la sensibilità dei bambini. Avevano capito tutto”.
Piano piano la vita sta tornando alla normalità. “Tornata a casa, ho pianto per una settimana intera. È stata dura per le perone che amo. È stata la prima volta che ho visto mio padre provato. Alvaro mi è stato vicino ma soprattutto mi ha trasmesso amore. Mi ha fatto capire che mi sarebbe crollato il mondo. Ha tatuato lezione di vita con data di nascita della piccolina”.
Infine, viste le trasfusioni, l’invito a donare: “A salvarmi la vita è stato chi ha donato il sangue”.
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