Sotto accusa in Germania è il cambiamento climatico che si abbatte su un territorio reso sempre più fragile dalla cementificazione che in Italia, nonostante la pandemia, nel 2020 è avanzata ad un ritmo di 2 metri quadrati al secondo. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini sulla base dei dati Ispra, nell’esprimere cordoglio per le vittime dell’alluvione in Germania e in Belgio che ha duramente colpito anche l’agricoltura europea, con l’allerta della protezione civile in 8 regioni in Italia.
Dall’inizio dell’estate in Europa si sono verificati il 45% di eventi estremi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno tra nubifragi, alluvioni, trombe d’aria e grandinate, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’European severe weather database (Eswd). Una calamità che ha flagellato il vecchio continente dopo un mese di giugno che – sottolinea la Coldiretti – si classifica come il secondo più caldo mai registrato, con una temperatura superiore di 1,5 gradi alla media storica sulla base dei dati Copernicus. Si conferma la tendenza al surriscaldamento in Europa con il moltiplicarsi di eventi estremi che – sottolinea la Coldiretti – hanno pesanti effetti sulla vita delle persone, ma anche sulle attività produttive come l’agricoltura.
Le precipitazioni sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono su un territorio reso fragile dalla cementificazione e dall’abbandono anche in Italia, dove più di nove comuni su dieci sono a rischio per frane o alluvioni. Per effetto delle coperture artificiali dal 2012 ad oggi il suolo non ha potuto garantire l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana, che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica del territorio nazionale secondo l’Ispra. A livello nazionale le colate di cemento non rallentano neanche nel 2020, nonostante i mesi di blocco di gran parte delle attività durante il lockdown, e ricoprono quasi 60 chilometri quadrati, impermeabilizzando ormai il 7,11% del territorio nazionale. Sono così saliti a 7275 i comuni – sottolinea la Coldiretti – con parte del territorio in pericolo di dissesto idrogeologico, il 91,3% del totale con 7 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi, in una situazione di incertezza determinata dall’andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro.
A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che negli ultimi 25 anni è sparito oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia, che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari. Per questo – continua la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne.
“In tale ottica un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, proposto dalla Coldiretti e non a caso inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) varato dal Governo Draghi” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel chiedere però “di accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Parlamento da quasi un decennio, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.
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