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Alzheimer

Per 30 anni crede di avere l’Alzheimer, ma era stata vittima di una zecca

Pubblicato il 13 Maggio 2022

“Sono anni che lottavo con la mia salute. Ogni giorno era una guerra e non sapevo contro cosa stessi combattendo. Tutto questo è stato molto doloroso, ero spaventata soprattutto dalla mia incapacità di ricordare. Ero molto preoccupata e per me era difficile pensare a qualunque cosa. Quando la diagnosi è arrivata mi sono sentita rinata. I miglioramenti sono arrivati in pochissimo tempo”.

Così Pauline Bowie. La sua vicenda ha dell’incredibile.

Per 30 anni è stata convinta di avere il morbo di Alzheimer. Si è sottoposta a innumerevoli visite mediche. Ha sofferto di dolori muscolari, mal di testa e difficoltà a ricordare.

Ma recentemente la donna ha scoperto di essere affetta in realtà dalla malattia di Lyme, infezione batterica causata dal morso di una zecca.

Sono bastate quattro settimane, grazie agli antibiotici giusti, per migliorare notevolmente le sue condizioni di salute.

La svolta è arrivata nel 2018, quando Bowie ha deciso di inviare alcuni campioni di sangue ai laboratori Armin in Germania. I medici tedeschi sono riusciti a riconoscere la malattia di Lyme e a prescrivere all’insegnante 54enne madre di 3 figli i farmaci giusti per curarsi. Inizialmente, Bowie ha dovuto sottoporsi a un ciclo intensivo di medicinali, ma dopo 28 giorni ha potuto ridurre le terapie e iniziare a curarsi a casa.

La donna era stata morsa da una zecca nel 1989 e da allora aveva sofferto di gravi problemi al sistema nervoso. Ha combattuto contro la malattia per quasi 30 anni prima di avere una diagnosi definitiva.

I sintomi che aveva avuto per quasi 30 anni hanno iniziato a sparire in poche settimane. Piano piano anche la sua capacità di ricordare e ragionare ha tratto giovamento dagli antibiotici prescritti. “Non potevo davvero crederci. Negli anni ho visto moltissimi specialisti, ma nessuno ha saputo darmi una vera diagnosi”, rivela al Mirror.

L’insegnante ha sentito parlare della malattia di Lyme per la prima volta nell’aprile del 2018. Solo allora ha deciso di inviare alcuni campioni del suo sangue a un laboratorio di analisi. “Gli esami hanno dato esito positivo, ma io sono stata felice di avere finalmente una certezza. Probabilmente in Scozia i pazienti affetti da questa malattia sono molti di più di quelli che pensiamo. Il trattamento precoce può prevenire complicazioni importanti. Combatto per test e trattamenti accessibili a tutti. Vorrei che anche gli altri potessero ricevere l’aiuto che io avrei voluto per tutti questi anni”, racconta la Bowie, che si occupa di diffondere consapevolezza sulla malattia in tutta la Scozia.

La malattia di Lyme è considerata “imitatrice” perché ha sintomi che somigliano a quelli del morbo di Alzheimer. Provocata dal morso delle zecche, è molto difficile riconoscerla: la maggior parte delle persone, infatti, non ricorda di esser mai stata punta.