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terremoto

Amatrice, la terra ha tremato cinque anni fa (e la ricostruzione?)

Pubblicato il 24 Agosto 2021

La terra che trema sgretola e scuote gli animi. Un terremoto avviene in un momento, ma la ricostruzione può essere lentissima. Siamo a cinque anni dal terremoto di Amatrice, datato 2016 (17) e la ricostruzione ha l’orologio incrinato.

Le Sae, «soluzioni abitative di emergenza», hanno una data di scadenza. Ma qualcosa, piano piano, si muove. Le macerie sono scomparse. Ad Amatrice e dintorni sono stati aperti ora duecento cantieri, con due grandi gru. Dove tutto è crollato si fa strada la speranza, ma tutto accade lentamente. I tempi del sollievo tardano ad arrivare.

Data la sfilata dei capi di Stato, si aspettava qualcosa in più. Matteo Renzi partecipò ai funerali. Seguì Paolo Gentiloni. E ancora: Giuseppe Conte nell’ambito dei due governi e infine Mario Draghi. Ad Amatrice non hanno avuto paura di nulla: del gelo, della precarietà; dell’esodo, del ricordo che si affievolisce.

Tra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo la terra cinque anni fa ha incominciato a tremare. Le vittime furono 299. Ci furono migliaia gli sfollati: ad Amatrice, Arquata del Tronto e Accumoli. Ma questo accadimento subitaneo e improvviso non può restare un punto fermo. Sono gli uomini a dover cooperare, perché ci sia il modo di dimenticare, perché ci sia il modo di ricordare: ricordare e dimenticare insieme (foto di repertorio).