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Amber Heard ha un “asso nella manica” per l’appello contro Johnny Depp

Il verdetto è stato emesso lo scorso 1 giugno dal Tribunale di Fairfax e la giuria ha stabilito che Amber Heard ha diffamato il suo ex marito Johnny Depp. L’attrice, però, non ha mai accettato l’esito del processo e ha subito annunciato il ricorso in appello contro una sentenza che gli avvocati della Heard hanno definito “incoerente e discordante”

Pubblicato il 9 Luglio 2022

Il verdetto è stato emesso lo scorso 1 giugno dal Tribunale di Fairfax e la giuria ha stabilito che Amber Heard ha diffamato il suo ex marito Johnny Depp. L’attrice, però, non ha mai accettato l’esito del processo e ha subito annunciato il ricorso in appello contro una sentenza che gli avvocati della Heard hanno definito “incoerente e discordante” chiedendo l’annullamento della condanna. Proprio su questa richiesta ci sarebbe un dettaglio che potrebbe ribaltare tutto; sempre secondo i legali dell’attrice, le misure per garantire che l’identità dei giurati corrispondesse a quella dei convocati sono state “eluse o non seguite”, uno dei membri della giuria, infatti, non sarebbe dovuto essere lì.

La contestazione degli avvocati di Amber Heard

Alla base della contestazione degli avvocati di Amber Heard ci sarebbe un caso di omonimia: due persone con lo stesso cognome vivevano in Virginia e l’invito a prender parte alla giuria sarebbe stato scambiato e inviato a una invece che all’altra. Per questo “scambio di persona” adesso il team legale della Heard ha chiesto al giudice di dichiarare un errore giudiziario, sostenendo che il diritto dell’attrice al “giusto processo” non è stato garantito.

L’errore è emerso confrontando le date di nascita dei due individui: il giurato che si è presentato in tribunale risulta essere nato nel 1970, mentre quello che avrebbe dovuto essere convocato, è nato venticinque anni prima.

I legali hanno depositato ieri, 8 luglio, un documento

Nel documento depositato ieri dagli avvocati di Amber Heard non verrebbero indicate le ragioni dello scambio di persona, né vengono chiariti i metodi che hanno portato alla scoperta dello scambio di identità. L’unica cosa sicura, secondo la difesa di Amber Heard, è che le misure per garantire che l’identità dei giurati corrisponda a quella dei convocati sono state “eluse o non seguite” e quindi, concludono di conseguenza: “il diritto a un processo con giuria e un giusto processo sono minati e compromessi”. Ma c’è di più.

La scorsa settimana, gli avvocati di Amber Heard hanno dichiarato e affermato che il giudice Penney Azcarate dovrebbe annullare il verdetto perché l’importo assegnato a Depp – 10 milioni di dollari per il risarcimento dei danni e altri 5 milioni per danni punitivi – sarebbe “eccessivo” e “indifendibile”. Il giudice Azcarate, secondo quanto riportato dal portavoce del Dipartimento degli affari pubblici della contea di Fairfax, non commenterà l’accusa. Adesso la “partita” si giocherà in Corte d’Appello.