Pubblicato il 26 Agosto 2020
Quest’anno l’overshoot day è stato raggiunto il 22 agosto, restituendo al pianeta Terra 24 giorni di “salute” in più rispetto al 2019, quando il giorno zero era stato calcolato al 29 luglio. Il dato, che potrebbe sembrare poco significativo, è molto importante perché racconta della qualità della vita sulla Terra che nel 2020 è migliorata grazie solo alla pandemia.
Il lockdown, le modificate abitudini di vita, il blocco del traffico veicolare ed aereo per alcune settimane hanno consentito al pianeta di respirare e quel dato dovrebbe aiutare i popoli a riflettere intorno alla necessità di individuare e di osservare i piani predisposti a tutela dell’habitat naturale.
Overshoot day è il giorno dell’anno nel quale entriamo matematicamente in debito con il nostro pianeta relativamente alle risorse naturali. Come si arriva al giorno x, overshoot day? Il Global Footprint Network calcola il numero di giorni dell’anno in cui la biocapacità terrestre riesce a provvedere alla richiesta di risorse e di servizi ecologici da parte dell’umanità. La richiesta di risorse da parte dell’uomo è misurata dalla quantità di superficie terrestre ad acquatica che è biologicamente produttiva e che serve all’individuo o ad un popolo per produrre le risorse che consuma e per eliminare le emissioni che produce. Il giorno in cui il pianeta non riesce più a tenere in equilibrio la nostra richiesta di energia che utilizziamo per vivere, si verifica l’overshoot day.
Da quel momento in poi, fino al termine dell’anno in corso, vivremo consumando le risorse che la Terra non è in grado di rigenerare. Allo stato la Terra impiega un anno ed otto mesi per rigenerare le risorse che noi produciamo in un anno. Il punto di pareggio dovrebbe avvenire al 31 dicembre di ogni anno, invece avviene alcuni mesi prima. Il dato è in crescita dal 1970.
La pandemia ha dimostrato che utilizzando abitudini di vita più corrette e rispettose dell’ambiente salverebbe il pianeta da una lenta ed inesorabile morte.