Pubblicato il 23 Luglio 2024
Ambulatori e ospedali stanno diventando per medici e infermieri dei veri e propri campi di battaglia. Si susseguono le aggressioni negli ambulatori e negli studi, a volte anche mortali, come purtroppo è successo a Barbara Capovani, uccisa a sprangate da un suo paziente. La situazione non è migliore negli ospedali, dove medici, infermieri e personale dell’1-1-8 subiscono periodicamente aggressioni anche molto violente. L’ultimo grave episodio si è verificato in un ambulatorio dell’Asst Melegnano e Martesana dove due uomini che sarebbero di origine nordafricana, con una pistola in pugno, hanno minacciato e derubato una dottoressa e una cliente presente in sala d’attesa di tre cellulari, gioielli in oro, agende, portafogli e documenti personali per poi fuggire a piedi.
La rapina in ambulatorio
La notizia della rapina è stata diffusa con una nota stampa dall’Aila, Onlus Ets Associazione Italiana Lotta Abusi, che ha chiesto a viva voce l’installazione di telecamere anche all’interno degli studi medici. Per la precisione la rapina, che risale al 12 luglio scorso, si è verificata in uno studio a San Giuliano Milanese, in provincia di Milano.
Nella nota l’Aila ha insistito sulla necessità di creare condizioni di maggiore sicurezza per i dottori e per gli stessi pazienti per porre fine a episodi di tale violenza, permettendo ai primi di lavorare in serenità e ai secondi di essere curati in un ambiente sicuro. L’associazione ha chiesto alle istituzioni competenti di adottare immediatamente misure concrete per porre fine ad episodi del genere.