L’incontro di boxe femminile per i pesi welter tra l’italiana Angela Carini e la pugile transgender algerina Imane Khelif era stato preceduto da aspre polemiche, a partire da quelle sollevate dal ministro dello sport Andrea Abodi che aveva messo in discussione l’equità e la correttezza del combattimento.
E, in effetti, sul ring non è sembrato un incontro alla pari dal momento che è durato appena 45 secondi. L’atleta italiana ha preferito ritirarsi dopo essere stata colpita due volte in modo molto violento dalla pugile algerina, per poi scoppiare in lacrime.
La pugile campana, pochi secondo dopo l’inizio dell’incontro, è stata colpita da un violento pugno della rivale che le ha fatto sganciare il caschetto. Ha chiesto quindi la sospensione di pochi secondi, così da poter riagganciare il caschetto e proseguire in sicurezza.
Dopo che all’angolo le hanno sistemato il caschetto l’incontro è proseguito, ma per pochissimi secondi. La Carini ha infatti subito un altro violentissimo colpo al volto e ha deciso di abbandonare rivolgendo queste parole al suo angolo che evidentemente chiedeva spiegazioni: “Fa malissimo”. Poco dopo è arrivato il verdetto ufficiale che ha decretato la vittoria della Khelif e la sconfitta della Carini, scoppiata a piangere in ginocchio per la brutale eliminazione.
Un verdetto forse già scritto, ma che alimenta ancora di più le polemiche su un incontro etichettato da molti come impari, poco equo e contrario allo spirito delle Olimpiadi dove tutti dovrebbero combattere ad armi pari.
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