Le Regioni avevano chiesto di essere di nuovo interpellate: così non è stato. Il decreto legge riaperture è in Gazzetta ufficiale e sarà in vigore da oggi, 23 aprile. Sul coprifuoco ma anche sul nodo scuola si è consumato lo strappo, annunciato ieri dallo stesso presidente della Conferenza, Massimiliano Fedriga: “l’aver cambiato in Cdm un accordo siglato da noi con i Comuni e le Province sulla presenza di studenti a scuola è un precedente molto grave” che ha “incrinato la reale collaborazione tra Stato e Regioni“.
E ancora: “Non ho sentito il presidente Draghi – dice oggi Fedriga a SkyTg24 – ho sentito la Presidenza del Consiglio. Mi auguro di sentirlo presto, ci terrei a fargli presente la posizione collaborativa delle Regioni, e che quando diciamo che qualcosa non va, lo facciamo per migliorare. Abbiamo proposto un confronto diretto ieri nella lettera, se il presidente lo ritenesse opportuno siamo a disposizione per spiegare le nostre ragioni e dire come secondo noi si potrebbe migliorare il decreto“, le “Regioni sono sempre state collaborative, anche con lo scorso Governo”.
“Credo che tutti concordino sulla necessità di riportare in presenza anche tutti i ragazzi delle superiori, su questo tutti concordavamo vi era una divergenza sul 60%; l’indicazione del governo lascia una ampia flessibilità per giungere al 100% nei tempi e nei modi che i territori potranno riconoscere. Non avevamo concordato il 60%, era stato definito in Conferenza questo margine 60-70% ma la direzione di marcia è sempre stata 100%. Il Cdm ha ritenuto di prevedere il 70%, ma non c’è divergenza sull’idea che si debba andare al 100%”. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a Radio 24. (fonte: Ansa)
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