Nel pomeriggio di ieri, la notizia dell’esclusione di un tratto pontino della Via Appia dalla lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco ha scatenato un’ondata di commenti e critiche. L’Icomos (International Council on Monuments and Sites) ha raccomandato l’esclusione del tratto che si snoda nella Pianura Pontina, comprendendo le località di Cisterna di Latina, Latina, Norma, Sermoneta, Sezze, Pontinia, e Terracina. Queste raccomandazioni sono emerse nella riunione finale di due giorni fa e, poiché non contestate dall’Italia, sembrano destinate a rimanere.
L’esclusione ha suscitato immediate reazioni da parte degli amministratori locali. Il Presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli, ha espresso la sua delusione, definendo la decisione come “incomprensibile”. Stefanelli ha sottolineato che il Governo avrebbe dovuto presentare opportune controdeduzioni durante la discussione della candidatura. Ha anche evidenziato che l’esclusione comporta la perdita di importanti elementi storici della Via Appia, come i lastricati, i miliari, i terrazzamenti e i ponti. Questi elementi erano cruciali per il riconoscimento dell’importanza storica della Via Appia, come il lungo rettifilo tra Roma e Terracina, il Decennovium, e Tres Tabernae.
Secondo Stefanelli, il Governo non ha dedicato la dovuta attenzione alla questione, mostrando una certa freddezza verso un dossier elaborato dai precedenti governi e dal Ministro Enrico Franceschini. L’Amministrazione provinciale di Latina continuerà comunque a lavorare per valorizzare l’Appia Regina Viarium, cercando di mantenere l’unità del territorio provinciale e considerandolo un insieme inscindibile.
Le esclusioni non riguardano solo la provincia di Latina. Sono stati esclusi anche il tratto dal XIX al XXIV miglio, comprendente le località di Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri (Città Metropolitana di Roma), e il “tratturo tarantino” nelle province di Bari, Matera e Taranto.
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