Pubblicato il 15 Giugno 2020
La legge che regolamenta il gioco d’azzardo in Campania mette fine alla situazione di confusione nella quale ha vissuto fino ad oggi il settore, conciliando la necessità di contrastare il gioco patologico e di mantenere un decoro urbanistico nelle nostre città, con quella di non danneggiare in maniera irreparabile imprese che, negli scorsi anni, nella piena legittimità, hanno investito risorse e creato posti di lavoro». A sostenerlo è la consigliera regionale del Pd Antonella Ciaramella, relatrice del provvedimento approvato oggi dal Consiglio regionale. La legge, cha ha recepito le osservazioni del governo sul testo precedente, era attesa da tempo da un comparto delicato che in Campania conta oltre 20mila addetti (di cui 16mila circa da lavoro diretto), ma genera anche un carico per le Asl di oltre 1.500 persone con disturbo da gioco d’azzardo patologico ed è ad altissimo rischio usura.
La nuova normativa, prendendo come parametro i limiti minimi previsti dall’accordo raggiunto in Conferenza Stato-Regioni nella distanza tra sale gioco e luoghi sensibili (scuole, ospedali, luoghi di culto), ha anche dato risposta alle polemiche e ai contenziosi che erano sorti sulla possibilità che i Comuni potessero o meno introdurre norme più stringenti.
È stato stabilito, infatti, che la distanza non possa mai essere inferiore a 250 metri per le nuove aperture. Per le sale già esistenti, che abbiano sede ad una distanza inferiore ai 250 metri, e che siano però in linea con la normativa precedente, non è previsto uno spostamento, per non creare un danno ingiusto ad imprenditori che hanno messo in campo investimenti basandosi su una diversa legge. Per queste sale vengono, però, introdotti limiti di orario e obblighi di adeguamento strutturale e di formazione del personale oltre che informativo. Per chi non li rispetta sono previste sanzioni che andranno ad alimentare un fondo dedicato alla prevenzione ed educazione sul gioco d’azzardo.
È previsto, inoltre, l’obbligo di spostamento di sede per la sala giochi che, pur rispettando il limite di 250 metri, si trovi sulla stessa facciata di un edificio in cui è presente un luogo sensibile. Questo ad ulteriore tutela anche del decoro urbano.
«Questa normativa, unica nel panorama nazionale, regolamenta il settore con l’obiettivo di contenere i rischi che può comportare il gioco patologico e di contrastare fenomeni come l’usura. La sua elaborazione ha previsto il coinvolgimento del terzo settore e delle Asl» ha dichiarato Ciaramella, cha ha aggiunto: «Punto indispensabile è il ripristino dell’Osservatorio che ci consentirà non solo di avere una fotografia reale del fenomeno e dei numeri che lo caratterizzano, ma anche di programmare efficacemente le risorse del Fondo nazionale contro il gioco d’azzardo patologico che vengono trasferiti alle Regioni». Secondo la consigliera, «la legge è un riuscito punto di incontro tra diverse esigenze che mira, però, prioritariamente ad evitare che le nostre città vengano invase da centri per scommesse, con il rischio che si possa generare non solo un disagio psichico ma anche sociale. La “ludopatia”, infatti, – conclude Ciaramella – è riconosciuta come una malattia vera e propria, tanto da essere compresa nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). L’attenzione, quindi, deve essere massima