Pubblicato il 30 Agosto 2024
È finita la latitanza del brigatista Leonardo Bertulazzi, arrestato a Buenos Aires dalla polizia argentina dopo la revoca dello status di rifugiato dal 2004. In realtà l’uomo fu arrestato già nel 2002 dalla Polizia di Stato argentina dopo un’approfondita e meticolosa indagine condotta dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, i poliziotti della Digos di Genova e l’Interpol, ma poi fu rilasciato.
Chi è Leonardo Bertulazzi
Bertulazzi, nome di battaglia “Stefano” e latitante dal 1980, è stato un membro della colonna genovese delle Brigate Rosse e deve scontare 27 anni di carcere per reati vari che vanno dal sequestro di persona all’associazione sovversiva e alla banda armata.
Il 12 gennaio 1977 partecipò al sequestro dell’ingegnere navale Piero Costa, finalizzato a finanziare le attività criminali della banda. 50 milioni di lire ricavati dal suo sequestro furono usati per acquistare l’appartamento di via Montalcini 8, a Roma, dove fu tenuto prigioniero Aldo Moro.
La nota delle autorità argentine e italiane
L’arresto di Bertulazzi è stato annunciato su X da Patricia Bullrich, ministro della Sicurezza argentina, che ha pubblicato una foto che ritrae la polizia argentina mentre arresta il brigatista insieme all’Intelligence italiana, la polizia italiana in servizio alla Direzione centrale polizia di Prevenzione, la Digos di Genova e il Servizio per la Cooperazione Internazionale di polizia .
DETUVIMOS A UN TERRORISTA EX BRIGADAS ROJAS DE ITALIA
Leonardo Bertulazzi había formado parte de la banda que secuestró y asesinó al ex primer ministro italiano Aldo Moro. Gracias a un trabajo conjunto de la Policía Federal y la Agregaduría Policial de Italia, con un profundo… pic.twitter.com/8HUl9XMawg
— Patricia Bullrich (@PatoBullrich) August 29, 2024
Grande soddisfazione è stata espressa anche da Giorgia Meloni che, tramite una nota, ha elogiato e apprezzato il lavoro delle autorità argentine che hanno lavorato gomito a gomito con quelle italiane per arrivare all’arresto di Leonardo Bertulazzi, condannato a 27 anni di carcere in Italia per reati di terrorismo.
Nel comunicato di Palazzo Chigi è stata evidenziato l’importanza della decisione del governo argentino di revocare lo status di rifugiato al terrorista nel 2004 che, insieme al rinnovo della richiesta di estradizione della giustizia italiana, ha reso possibile l’arresto di Bertulazzi. Un plauso alle autorità argentine e italiane è arrivato anche da Matteo Piantedosi, che ha rilasciato una nota su X.
Tutti gli altri terroristi fuggiti in Sud America
Bertulazzi non è l’unico brigatista che si è rifugiato in Sud America per sfuggire alla giustizia italiana. Uno dei casi più noti è quello di Cesare Battisti, scappato in Brasile e poi arrestato, che tempo fa si lamentò delle condizioni troppo “restrittive” in carcere. Tra i terroristi super latitanti c’è anche Alessio Casimirri, che partecipò al sequestro di Aldo Moro e che da circa 50 anni ha trovato rifugio in Nicaragua dove ha aperto un ristorante e ha ottenuto anche la cittadinanza.
In Nicaragua probabilmente si nasconde anche Manlio Grillo, considerato l’autore della strage di Primavalle contro Mario Mattei nel 1973, dove persero la vita i suoi due figli di 22 e 10 anni morti carbonizzati.