Dopo la morte di Matteo Messina Denaro a 61 anni, sopraggiunta lo scorso settembre, proseguono le indagini per capire chi ha appoggiato il boss durante tutti questi anni di latitanza che ha portato all’arresto di Martina Gentile, figlia della maestra Laura Bonafede, considerata la sua compagna.
La Gentile è finita in manette dopo l’ordine restrittivo emesso dal gip di Palermo con l’accusa di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena con l’aggravante di aver favorito l’organizzazione mafiosa.
Dopo i nuovi elementi raccolti durante le indagini, è scattato l’arresto per la ragazza per la quale la Procura aveva già chiesto la custodia cautelare quando era stata arrestata anche la mamma, Laura Bonafede, considerata una delle principali favoreggiatrici del boss. In quell’occasione il gip però non ritenne che ci fossero indizi sufficienti per decretarne l’arresto.
Le cose sono cambiate dopo la chiusura delle indagini della Procura di Palermo, che hanno aggravato la posizione della Bonafede e che ha fatto emerge nuovi elementi che hanno spinto il giudice a disporre l’arresto della Gentile.
Secondo l’accusa la donna avrebbe avuto un ruolo determinante nella latitanza di Messina Denaro e, in suo nome, gestiva la corrispondenza dei pizzini. La Gentile avrebbe scambiato pizzini nelle sue attività quotidiane, anche quando era a passeggio con la figlia di 2 anni.
Secondo i pm la Gentile “è stata quindi uno degli ingranaggi indispensabili del sistema di comunicazione ingegnato dal latitante, grazie al quale questi ha anche potuto mantenere la indispensabile sponda di Laura Bonafede nella condivisione e gestione delle strategie mafiose sul territorio di Campobello di Mazara”.
Lo scambio dei pizzini sarebbe avvenuto con un altro tramite del boss, Lorena Lanceri, finita anche lei in manette nei mesi scorsi insieme al marito. Le due donne avevano la possibilità di incontrarsi quotidianamente alla luce del sole come colleghe nello studio di un architetto ed ex assessore, risultato però estraneo ai fatti.
Messina Denaro era molto legato a Laura Bonafede e alla figlia Martina, come emerge dai contenuti dei pizzini che recitavano così: “Siamo una famiglia. Ho cresciuto una figlia che non è mia figlia biologica, ma per me è mia figlia, e mi ha dato l’amore di una figlia”. Inequivocabili anche i pizzini della ragazza, chiamata in codice Tan o Tany, che scriveva: “Fortunata a far parte della tua vita”.
L’accusa ritiene che la Gentile condivideva con il padrino un linguaggio in codice per celare l’identità delle altre persone coinvolte e curava le esigenze logistiche del boss. La donna è stata condannata ai domiciliari, essendo madre di una bambina di 3 anni, e nell’ambito della stessa operazione sono state effettuate numerose perquisizioni nella provincia di Trapani.
Una giornata memorabile per Latina, dove la fortuna ha fatto capolino regalando una vincita stratosferica…
Dopo quelli registrati nelle ore e nei giorni scorsi, ancora un grave incidente stradale nel…
"C'è un gatto sotto la tua auto". E' il falso pretesto col quale due ladri…
Patù, piccolo centro in provincia di Lecce, sotto choc. Perché stamattina una ragazza di appena…
Un altro capotreno vittima di una brutale aggressione. Così come quelle subite dal personale sanitario,…
"E' intollerabile che le basi dell'Unifil vengano colpite". Così tuona Guido Crosetto. Il ministro della…