Lo scorso 7 ottobre morì il pizzaiolo-tiktoker Francesco Chimirri durante una colluttazione con l’agente di polizia Giuseppe Sortino, che esplose un colpo di pistola. Quattro persone, oggi 6 dicembre, sono state arrestate dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Crotone per aver picchiato selvaggiamente l’agente, fino quasi a ucciderlo.
I quattro, riconosciuti tutti come familiari di Francesco Chimirri, sono indagati con l’accusa di tentato omicidio aggravato, lesioni personali pluriaggravate, resistenza e violenza a pubblico ufficiale in concorso, porto delle armi e degli oggetti, atti a offendere, in concorso e danneggiamento aggravato. Sono ritenuti i responsabili del pestaggio a Giuseppe Sortino e sono stati trasferiti nel carcere di Crotone, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Sarebbero almeno tre i video che avrebbero documentato e registrato le drammatiche fasi del pestaggio all’agente di polizia. Uno dei video, registrato da un residente da dietro una finestra con la tapparella appena alzata, mostrerebbe un ragazzo vestito di scuro raccogliere da terra la pistola dell’agente, caduta durante la colluttazione, che prova a sparare contro il poliziotto ma senza riuscirci. Il giovane sarebbe stato trattenuto da un uomo alle spalle, che cerca di bloccare il ragazzo mentre colpisce Sortino ancora a terra con calci violenti all’addome e in testa.
Come ricostruito dagli investigatori, i 4 arrestati avrebbero aggredito il vice ispettore Giuseppe Sortino senza un motivo. In un comunicato diffuso dai carabinieri, si legge che l’agente di polizia si stava recando in Questura a Crotone, quando lunga la SS 106 ha notato un’auto procedere a forte velocità che aveva già provocato due lievi collisioni. A quel punto è partito un inseguimento, culminato in via don Giuseppe Puglisi, nel quartiere Lampanaro di Crotone.
L’agente ha chiesto ai due occupanti del veicolo, cioè Francesco Chimirri e il figlio, di identificarsi e loro per tutta risposta avrebbero iniziato a picchiare selvaggiamente il poliziotto con uno sfollagente. Il tutto sarebbe stato documentato dalle telecamere di videosorveglianza private e da alcuni video realizzati da cittadini e poi postati sui social. Altri testimoni avrebbero poi riferito che sul posto sarebbero sopraggiunti altri tre familiari di Chimirri che, come riportato dalla nota dei carabinieri, avrebbero proseguito nel loro pestaggio brutale, cagionando ferite gravissime al poliziotto e solo per un caso fortuito non sarebbero riusciti ad ucciderlo. Uno di loro avrebbe cercato di sparare contro Sortino, utilizzando la pistola che lui aveva usato poco prima ferendo mortalmente Chimirri.
Da successive attività intercettive sulle utenze telefoniche degli indagati, è emerso che il vice ispettore si sarebbe qualificato come un appartenente alle forze di polizia, un “avviso” che però non avrebbero fermato gli aggressori, che anzi avrebbero continuato a picchiarlo e danneggiato il cellulare dell’agente, che è stato però riparato e dal quale sono stati raccolti elementi molto utili come fonte di prova.
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