Pubblicato il 30 Settembre 2024
Una vera associazione a delinquere quella organizzata dagli ultrà di Milan e Inter nelle curve di San Siro: questo è quanto emerso dall’indagine che ha portato all’arresto di 18 ultrà delle due squadre (16 in carcere e 2 ai domiciliari). Estorsioni imposte sulle vendite degli biglietti dei match casalinghi di Inter e Milan, “pizzi” mensili sui parcheggi vicino allo stadio, spartizione delle zone per le vendite di gadget e bibite, risse violente tra i gruppi e anche intestazioni fittizie di beni: c’è un po’ di tutto nell’inchiesta della Procura di Milano che ha portato all’arresto di 18 persone da parte della polizia e della Guardia di Finanza su ordine del gip Domenico Santoro.
Cosa succedeva nella curva dell’Inter
Agli ultrà dell’Inter è contestata l’associazione a delinquere destinata a favorire il clan di ‘ndrangheta di Bellocco, il cui rampollo Antonio Bellocco era stato ucciso circa un mese fa dal capo ultrà Andrea Beretta dopo una violenta lite per questioni economiche, come riferito dall’edizione milanese de Il Corriere. Tra gli arrestati altri nomi ben noti nella curva nerazzurra come Renato Bosetti, diventato il reggente della curva dopo l’arresto di Beretta e la morte di Bellocco, il pugile Matteo Norrito detto “Chuck” e Mauro Nepi.
Le indagini, condotte dalla Dda, dalla Squadra Mobile e dalla Sisco, sono partite dal 2018, quando fu scarcerato Vittorio Boiocchi, tornato a guidare la curva dell’Inter dopo 26 anni di carcere anche se per poco, poiché nell’ottobre di due anni fa fu ucciso sotto casa sua a Figino in circostanze misteriose. Quell’omicidio rimase insoluto, ma probabilmente la sua uccisione è legata proprio alla gestione della curva e alla spartizione degli introiti.
Dopo di lui erano in tre a gestire gli “affari” della curva: Beretta, Bellocco e Marco Ferdico, anche se il rampollo del clan di ‘ndrangheta stava iniziando ad assumere sempre più potere. Proprio per questo motivo sarebbe scoppiata la lite che ha portato alla morte di Bellocco, ma si indaga anche sull’infiltrazione di altre famiglie malavitose negli affari della curva.
Cosa succedeva nella curva del Milan
Situazione turbolente anche nella curva Sud del Milan, dove agli ultrà pure è contestata l’associazione a delinquere ma senza l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. A capo della curva c’era Luca Lucci, l’ultrà diventato famoso dopo la foto con Salvini per i 50 anni della Curva Sud all’Arena Civica, che aveva fatto ritorno allo stadio in occasione del derby dopo una lunga serie di Daspo e una condanna. Con lui arrestati altri ultrà del Milan, alcuni dei quali sarebbero coinvolti nel pestaggio di Cristian Iovino dopo un presunto diverbio con Fedez in una discoteca nel milanese.
I dettagli dell’indagine
Oggi, 30 settembre, è previsto un incontro alle 11:30 con tv e stampa dove il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il questore di Milano Bruno Megali, i generali delle Fiamme Gialle Andrea Fiducia e Antonio Quintavalle, il direttore dello Sco di polizia Vincenzo Nicoli, il dirigente della Mobile di Milano Alfonso Iadevaia e quello delle Sisco Nicola Lelario esporranno i dettagli dell’indagine portata avanti per mesi dal pm Sara Ombra e Paolo Storari.