Arresti per associazione mafiosa, si dimette ex sindaco, ora assessore, ai domiciliari

Ieri i 15 arresti per associazione mafiosa e per i reati di spaccio, usura, violenze, detenzione e porto illegale di armi, estorsione e scambio elettorale politico mafioso, oggi gli strascichi del maxi blitz che ha portato ai provvedimenti di custodia a cautelare. Tra i 15 arresti per associazione mafiosa, di cui 11 finiti direttamente in carcere e 4 ai domiciliari, figurava anche l’ex sindaco di Neviano, ora assessore e consigliere comunale, Antonio Megha. Dopo essere stato raggiunto dal provvedimento a suo carico, l’avvocato 62enne, da ieri ai domiciliari, si è dimesso da tutte le cariche politiche ed istituzionali. La conferma della rinuncia ai suoi incarichi, atto chiaramente dovuto dopo lo scandalo in cui è stato coinvolto, arriva direttamente dal suo legale, avvocato Giuseppe Corleto. Le dimissioni sono state protocollate oggi. Megha avrebbe rimesso nelle mani della sindaca Fiorella Mastria le deleghe alla Cultura, all’Istruzione, al Contenzioso Legale e quella per la promozione di Neviano nel mondo e ha, allo stesso tempo, rassegnato le dimissioni da consigliere, essendo stato eletto in una lista civica, alle amministrative di settembre 2020.

Arresti per associazione mafiosa, i fatti che avrebbero incastrato Megha

A margine degli arresti per associazione mafiosa eseguiti ieri, Megha è stato accusato di scambio politico mafioso. Avrebbe accettato da Michele Coluccia, 63 anni, di Noha di Galatina, ritenuto a capo dell’omonimo clan di stampo mafioso sgominato ieri, 50 voti in cambio dei quali avrebbe promesso 3mila euro in 3 tranche, versandone una di mille, e di procacciare un posto di lavoro a un figlio di Coluccia nell’impresa per la raccolta rifiuti. L’ormai ex sindaco, assessore e consigliere, sempre secondo l’accusa, avrebbe anche promesso di mettere a disposizione del clan l’apparato politico-amministrativo di Neviano e di rappresentarne gli interessi nel territorio calabrese. Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Lecce, Sergio Mario Tosi, ed eseguita dai carabinieri sono riportate alcun intercettazioni. L’interrogatorio di garanzia è previsto domani.

Carmelo Dimitri

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