Joasia Zakrzewski è una maratoneta abbastanza famosa in Gran Bretagna che però ha macchiato la sua carriera con una squalifica di un anno comminata dalla Federazione dell’atletica britannica per aver usato un’auto durante una corsa di 50 miglia e accettato anche il premio per il terzo posto.
Joasia Zakrzewski, nota anche come Jo, è un’atleta maratoneta 47enne che vanta il record mondiale di 255,7 miglia (411,5 km) percorsi in 48 ore e che si è qualificata 14esima nella maratona dei Giochi del Commonwealth del 2014. Nella gara GB Ultras Manchester-Liverpool del 7 aprile del 2023 però ha imbrogliato clamorosamente: ha ammesso infatti di aver percorso un tratto di strada a bordo di un’auto guidata da una sua amica, giustificandosi però col fatto che aveva comunicato ai commissari che non stava più gareggiando e che si era ritirata.
Insomma l’atleta ha negato di aver barato, tuttavia ha ugualmente intascato il premio e le medaglie. Quando le è stato chiesto perché avesse accettato il premio benché avesse ammesso di aver percorso un tratto del percorso in auto, ha spiegato che era appena tornata dall’Australia e quindi a causa del fuso orario non era riuscita a pensare lucidamente, ritenendo che quel premio fosse evidentemente per qualche altra gara.
Una scusa per nulla convincente che infatti non ha convinto il comitato disciplinare dell’UKA e così per la Zakrzewski è scattata la squalifica che gli impedirà di partecipare a tutte le gare autorizzate dall’UKA, di rappresentare la Gran Bretagna o di allenare per un anno, essendo stata ritenuta colpevole di aver violato il codice di condotta dell’UKA per gli atleti senior.
Come si legge nella nota dell’UKA, le dichiarazioni dell’atleta sono “contrarie alle prove dei giudici, prove che il convenuto non ha cercato di contestare o contestare, tramite controinterrogatorio in udienza”.
Joasia avrebbe percorso almeno 2,5 miglia in auto e, secondo i dati GPS, una delle miglia è stata percorsa in appena un minuto e 40 secondi. In una lettera l’atleta si è scusata ammettendo le sue colpe: “Accetto le mie azioni il giorno in cui ho viaggiato in macchina e poi ho completato la corsa, tagliando il traguardo e ricevendo inappropriatamente una medaglia e un trofeo, che non ho restituito immediatamente come avrei dovuto fare”.
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