Pubblicato il 29 Giugno 2024
Lo scorso ottobre tre uomini avevano aggredito in un garage una donna, una dentista 61enne, per poi trascinarla con forza davanti a casa sua intimandole di aprire la porta e di sbloccare la cassaforte. Una rapina che poteva finire malissimo, senza l’intervento del custode allertato dallo stesso marito della donna che aveva visto l’intera scena dalle telecamere.
La rapina choc
Le indagini sono partite dopo la brutale rapina a Torino, nella zona Gran Madre, organizzata da tre uomini incappucciati, i cui movimenti sono stati registrati dalle telecamere di videosorveglianza. I tre si sono appostati nel garage in attesa che la donna parcheggiasse, per poi aggredirla, picchiarla e trascinarla davanti alla sua abitazione, ordinandole di disattivare il sistema di antifurto e di aprire la cassaforte nascosta in un mobile.
La donna stava quasi per svenire ma i tre l’hanno comunque legata con delle fascette da elettricista per impedirle di muoversi e di dare l’allarme. L’intera scena è stata vista dal marito della donna tramite le telecamere, che ha allertato il custode che a sua volta ha messo in fuga i banditi. Uno degli uomini, un 68enne, è stato bloccato dai poliziotti del commissariato Centro durante la fuga.
Le indagini
Oltre all’uomo arrestato e bloccato, altri 3 uomini in totale avrebbero fatto parte del commando che ha provato a rapinare la donna. In questi mesi gli agenti, coordinati dalla Procura, hanno portato avanti delle indagini molto minuziose e, grazie alle telecamere private e pubbliche della zona, ad un’intensa attività captativa e al monitoraggio dei tabulati telefonici sono risaliti agli autori della rapina.
Tre uomini erano esecutori materiali della rapina, mentre si è scoperto che il mandante in realtà era un artigiano che, qualche anno fa, aveva eseguito dei lavori in casa della dentista e che, avendo accesso indisturbato alla sua abitazione, conosceva i suoi orari e le sue abitudini e aveva messo gli occhi sui suoi beni, in particolare sulla cassaforte.
Nei confronti di tutti gli indagati è quindi stata emessa dal Tribunale di Torino un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Inoltre sono state fatte anche delle perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, dove sono stati rinvenuti diversi materiali e documentazione utile ai fini investigativi.