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In foto: Le opere di Walter Davanzo

Artiste, protagoniste del ‘900 in tre documentari

Il ciclo Artiste, curato da Paola Bonifacio, consiste in tre appuntamenti articolati con una introduzione di uno storico dell’arte o critico al filmato, seguita dalla riproduzione del documentario selezionato.

Pubblicato il 8 Giugno 2020

Gli Assessorati alla Cultura e alle Politiche Sociali del Comune di Treviso dedicano uno speciale ciclo di incontri all’emozionante rilettura di significative artiste italiane, venete per radici e formazione, cittadine del mondo per genio e creatività.

Il ciclo Artiste, curato da Paola Bonifacio, consiste in tre appuntamenti articolati con una introduzione di uno storico dell’arte o critico al filmato, seguita dalla riproduzione del documentario selezionato.

In occasione della rassegna l’artista trevigiano Walter Davanzo esporrà tre ritratti dedicati alle tre protagoniste.

Gli incontri si terranno in sala Coletti, presso il Museo di Santa Caterina, nel corso dei tre appuntamenti del 18, 25 giugno e 2 luglio 2020 a partire dalle 17

18 giugno 2020 ore 17

GINA ROMA UNA VITA A COLORIIntroduzione di Eugenio Manzato

Vorrei vivere almeno per un giorno, cara Gina, nello splendore del verde, nella pienezza instancabile di colori e figure, nel seno così fecondo di quella realtà che la tua pittura con amore ci testimonia esistente, chissà dove, ormai (Andrea Zanzotto, 1982)

Il documento racconta la pittrice nella sua quotidiana e amorevole sfida con la pittura, ripercorrendone il lavoro inesausto e fiero fin dagli esordi sulla scena internazionale, alla fine degli anni cinquanta, segnato dall’ esposizione nel 1961 alla Biennale di San Paolo, in Brasile, dove è la prima donna ad esporre. Da allora non si conteranno le numerosissime rassegne in Italia e all’estero in cui esporrà una pittura fortemente identitaria e dirompente, spesso anche specchio dei cambiamenti propri del Novecento, secolo pieno di contrasti e novità; è il segno evidente della somma degli impegni civili, sociali e culturali che hanno animato la lunga vita dell’artista, rendendola un pilastro portante della pittura veneta e italiana, nonché la narratrice di eventi storici e sociali che hanno cambiato l’Italia. Scompare il 2 ottobre 2005 all’età di 91 anni nella sua casa-studio a Fratta di Oderzo, dove preferisce rimanere insieme al figlio e al marito anche quando Peggy Guggheneim la invita al suo museo di New York o quando rifiuta l’invito all’Ecole de Paris. Regia di Petr Ruttner, Praha – Marco Lorandi Orietta Pinessi; durata 30 minuti

25 giugno 2020 ore 17

UNA ABILISSIMA GIOCATRICE, MIELA REINA E L’ARTE VIVAIntroduzione di Paola Bonifacio

Di Miela Reina (Trieste 1936 – 1972) Gillo Dorfles scriverà: “…è la sola artista dell’area giuliana che la seconda metà del nostro secolo abbia concesso a Trieste …” Pittrice e narratrice straordinaria, tradurrà la sua arte in racconti autobiografici che, gradualmente modificati nel segno, diventeranno fumetti originali e poetiche sperimentazioni per il teatro, la scuola, l’happening. Coloratissime gommapiume, cartoni sagomati, plastiche ed altro accoglieranno i disegni realizzati nella seconda metà degli anni ’60, in pieno clima Pop. Superata la fase formativa presso l’accademia veneziana, acquisiti e sedimentati gli influssi di derivazione fauve e le contaminazioni di segno e di colore ispirate ai Cobra, tra il 1962 e il 1965 Miela Reina, getta quindi le basi di quello che diverrà il proprio originalissimo e stupefacente linguaggio iconografico e pittorico. Da questa attività indefessa nascono le oltre 1300 opere che Miela lascia alla sua morte, a soli 36 anni d’età. Il programma ricostruisce la figura di Miela Reina artista e gallerista attraverso il racconto delle persone amiche, i familiari, gli artisti a lei vicini, veri compagni di avventure in una stagione che fu rivoluzionaria sul piano estetico. L’apporto critico di critici come Gillo Dorfles ed Enrico Crispolti, e poi Getulio Alviani, Carlo de Incontrera, danno la misura dello straordinario potenziale d’innovazione portato dall’arte di Miela. Produzione RAI Sede Regionale per il Friuli Venezia Giulia, 1997, durata 57′. Documentario Soggetto e sceneggiatura di Paola Bonifacio. Regia di Piero Pieri.

2 luglio 2020 ore 17

MARIAPIA FANNA RONCORONIIntroduzione di Myriam Zerbi e Sabina Vianello

I filmati documentano l’opera dell’artista, dagli esordi figurativi dei primi anni in cui, ragazzina, disegnava e dipingeva prendendo a modello figure a lei vicine o incontrate nel corso dei suoi viaggi o nelle sue letture, ai Tetraincontri, nati da studi geometrici e dal periodo in cui ha avvicinato lo Strutturalismo, al modulo grafico concettuale LUILEI e ai Libri Muti. L’artista appare sia nel primo che nel terzo filmato nei luoghi del suo vivere, in campagna dove apprende a guardare la natura che, come dice sempre le sarà maestra e nel suo atelier, mentre lavora con seghe, pialle e martelli. Sul lavoro di Mariapia Fanna Roncoroni sono stati realizzati i seguenti filmati:

Emmepi, Kratky Film, Praga, regia di Petr Ruttner, musica di Josef Ceremuga, 1978; durata 13 minuti.

Labirinti, regia di Petr Ruttner, testi di Myriam Zerbi, 1988; durata 8 minuti.

Libri muti, regia di Petr Ruttner, testi di Myriam Zerbi, 1994; durata 8 minuti.

Walter Davanzo

Chi è Walter Davanzo: Pittore, fotografo, designer, art director. Nato a Treviso il 1 marzo, si è dedicato fin dagli anni giovanili alla fotografia e alla pittura iniziando l’attività espositiva nel 1970 nella propria città. Si interessa soprattutto all’espressionismo tedesco, sia nella pittura che nel cinema. Resta molto colpito dai dipinti di F.Bacon, Munch, Henri Manguin, Varlin, Enry Matisse, Kess Van Dogen, M. de Vlamick di come rappresentano sulla tela le vicende umane, e l’uso del colore.

Inizialmente espone in numerose mostre personali fotografiche in varie città Italiane, poi solamente mostre di pittura. Dopo una prima fase astratto-informale, indirizza la sua ricerca pittorica con forti componenti gestuali ad una figurazione libera e ingenua, fatta di immagini oniriche e grottesche tra sogno e realtà con riferimenti all’infanzia dando vita a delle figure di impianto fauve-espressionista. La sua è una continua ricerca dei segni dell’uomo nella natura e della sua esistenza, attraverso una pittura fotografica fatta di sequenze, didascalica, che riproduce fedelmente in forma pittorica. Il voler recuperare tutti quei grafismi e vecchie fotografie, carte geografiche, spartiti musicali del bisnonno musicista, vecchie mappe catastali, carte vecchie, è una reviviscenza dell’infanzia perduta e ritrovata. Ricordiamo la personale del 2008 a Madrid all’Istituto Italiano di Cultura in occasione della NOCHE in BLANCO. Le sue opere si trovano nei musei e collezioni private, la documentazione dell’attività presso l’ASAC della Biennale di Venezia e presso Ludwig Forum fur internationale Kunst Bibliothek, Aachen. Nella bibliografia va segnalata la presenza dell’artista nella collana “La Pittura nel Veneto, il novecento”, dizionario degli artisti, tre volumi Electa Milano. Vive a Treviso e Berlino.

Per garantire l’applicazione delle misure di prevenzione, è obbligatoria la prenotazione al numero 0422 658964 (h. 9-13) o scrivere a info@museicivici.it

Museo Santa Caterina Piazzetta Botter 1, Treviso